di Lorenzo Scarpellini - 30 December 2023

Casco HJC Ibex 2.0: la nostra prova

Abbiamo testato l'HJC Ibex 2.0 indossandolo in diversi contesti e in diverse stagioni. Concepito per la strada, ma perfetto anche per avventure in gravel, si distingue per leggerezza e ventilazione

La primissima cosa che ci è piaciuta del casco Ibex 2.0 di HJC, ancora prima di prenderlo in mano, è la colorazione iridescente, accattivante ma non troppo appariscente. Anche il design è particolare: bombato all’esterno e nella parte frontale, la sua forma è stata studiata per migliorare l’aerodinamica tenendo conto dell'esperienza maturata nel mondo moto (nel quale l'azienda è leader mondiale) e, grazie al sistema Venturi Dynamics sviluppato in galleria del vento, riesce a bilanciare la forza di resistenza dell’aria e allo stesso tempo rilasciare calore più rapidamente.

L'Ibex 2.0 garantisce la ventilazione, non solo tramite il sistema Venturi, ma anche grazie ad una nuova tecnologia chiamata COOLPATH™: in pratica sostituendo l’imbottitura interna classica con una realizzata in tessuto antibatterico X-Static (che tra l'altro aiuta a contenere il peso del casco), consente all’aria fresca di fluire intorno alla testa implementando il comfort durante la pedalata. A proposito di peso, i 200 g del casco rappresentano, insieme all'aerazione, un altro punto di forza: l'abbiamo apprezzato particolarmente durante lunghe giornate trascorse in gravel, per esempio in occasione del Romagna Trail, in cui chi scrive lo ha indossato almeno per 8 ore di seguito. Per giri lunghi in modalità bikepacking o in esperienze di ultracycling un casco ultraleggero è l'ideale per non affaticare collo e spalle. Nonostante si tratti di un modello pensato per l’estate, sto continuando ad utilizzarlo anche nella stagione invernale perché quando indosso un cappello o sottocasco preferisco un casco ventilato che mi aiuti a disperdere calore. Restare asciutti il più possibile, nella stagione più fredda, come è noto, è fondamentale.

Il casco è costruito attraverso il metodo In-mold che consiste nel sal dare l’EPS assieme alla calotta esterna, in policarbonato, per una maggiore resistenza strutturale. Inoltre, grazie ad una struttura interna integrata nell’EPS, il telaio non solo mantiene il casco in un unico pezzo, ma lo rende anche più robusto.

Per quanto riguarda le regolazioni, quelle laterali permettono di adattare perfettamente la misura del casco alla nostra testa, mentre il sistema brevettato SELFIT™, che sostituisce il classico sistema a rotella con uno a molla, non ci ha convinto. Cinque opzioni di regolazione consentono di calibrarne la vestibilità, che può essere impostata solo una volta, il che non risulta sempre pratico: se, per esempio, ho bisogno mentre pedalo di allentare leggermente il casco sulle salite e stringerlo per bene in prossimità dell’inizio della discesa, non posso farlo.

La cifra importante di 249,00 € comunque per noi è assolutamente giustificata da tecnologia, qualità costruttiva, leggerezza e comfort.

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