di DaBike - 03 January 2024

Fair play nel ciclismo: fa sempre bene allo sport, anche se è tattico

Non è sempre facile interpretare i gesti di fair play dei pro durante il World Tour o in occasione di altri importanti appuntamenti agonistici: a volte sono sinceri, altre sono tattici, anche se in apparenza sembrano fatti in buona fede. Ricordiamo qualche episodio celebre, rimasto negli annali del nostro sport

Il ciclismo è uno sport di fatica, sudore e sacrifici, ancor di più se praticato ai massimi livelli. I pro sono sempre in un precario equilibrio fra la condizione ottimale con cui gareggiare ed ottenere grandi risultati ed essere “cotti”, cioè aver oltrepassato questa soglia e non riuscire più a sfruttare il potenziale che il proprio corpo ha da offrire.

Estenuanti allenamenti, diete ferree e massima attenzione ai più piccoli particolari per battere il proprio avversario. Ma, per raggiungere l’obiettivo, il ciclista designato come capitano deve affidarsi ai suoi compagni di squadra che, a volte, devono rinunciare ad un buon piazzamento pur di aiutarlo. Perché i meccanismi di un apparente sport individualistico restano oscuri, ma le emozioni che vengono trasmesse rimangono nei ricordi e sono cariche di significato. Resta nella memoria di tutti lo scambio di borraccia avvenuto fra Coppi e Bartali sul Col du Galibier durante una tappa del Tour de France 1952, anche se è emerso che si trattasse di uno scatto montato ad hoc per esaltare il reciproco rispetto fra due grandi campioni sempre in lizza per il miglior piazzamento

Oppure la scalata del Pirata al Santuario di Oropa. Siamo al Giro d’Italia 1999 e, ai piedi dell’ultima salita di tappa, a Pantani cade la catena. Aveva indossato la Maglia Rosa giusto il giorno precedente e non era sua intenzione lasciarla. Tutta la squadra si ferma ad aspettarlo per riportarlo in gruppo, un gruppo che ormai aveva già guadagnato 45”. La rimonta inizia ad una velocità impensabile, tanto che il traguardo lo taglia in prima posizione con un vantaggio di 20”.

Giro d’Italia 2016, penultima tappa ed arrivo in salita: il giovane colombiano Esteban Chaves è in Maglia Rosa, lui stesso è incredulo del proprio risultato e questa potrebbe essere la giornata decisiva per aggiudicarsi il Trofeo Senza Fine. Al traguardo i genitori ad attenderlo. Proprio sull’ultima salita, lo Squalo Vincenzo Nibali attacca. Il colombiano non riesce a rispondere ma non vuole mollare. L’avanzata di Nibali è producente, tanto da assicurarsi la vittoria di tappa, Maglia Rosa e addirittura il sigillo sulla classifica finale con 52” di vantaggio su Chaves. Al traguardo, i primi ad abbracciare e congratularsi con Vincenzo sono proprio i genitori del giovane, venuti apposta dalla Colombia per celebrare il proprio figlio,

Più freschi nei nostri ricordi, due momenti chiave avvenuti al Tour de France 2022: lotta per la Maglia Gialla fra Vingegaard e Pogačar. Lo sloveno sbaglia traiettoria e cade in una curva in discesa. Invece di approfittarne e guadagnare secondi preziosi, il rivale Vingegaard lo attende e prima di riprendere il duello, gli stringe la mano e si sincera sulle condizioni di Tadej. Nel 2023: stesso scenario, stessi protagonisti: giornata no per Pogačar che sul Col de la Loze, temibile salita della tappa regina del Tour, è in crisi totale. Al traguardo arriva stremato, accompagnato e spronato dal compagno Marc Soler che ha sacrificato la propria prestazione per lui.

E per finire arriviamo al 26 dicembre 2023. Siamo a Gavere, in Belgio, durante la tappa della Coppa del Mondo di Ciclocross. Durante una solitaria conduzione di gara, le telecamere inquadrano MVDP che spintona Felipe Nystrom fermo a bordo circuito pronto per ripartire. Un gesto che ha fatto pensare ad una grande arroganza da parte dell’olandese che ha subito chiarito che è stato compiuto per segnalare la propria presenza in un tratto impegnativo del tracciato, la ripartenza del ciclista costaricano avrebbe messo in pericolo entrambi. Il malinteso di Gavere ha portato comunque la richiesta di scuse da parte di tutti e due i ciclisti, con una delusione maggiore per Felipe che dispiaciuto dalla vicenda innescata, parrebbe voler chiudere anticipatamente la propria stagione. L’accesso alla CdM per l'ex "senzatetto" Nystrom non è stata facile, ma il ciclismo porta con sé anche possibilità di rinascita e riscatto. Felipe si è avvicinato al ciclismo tramite il triathlon ma per continuare a correre c’è bisogno di soldi. Trasferitosi negli Stati Uniti, in cerca di lavoro, è venuto a conoscenza del Mondiale di Ciclocross di Fayetteville (2022) alla quale è riuscito a partecipare anche grazie ad un progetto di crowdfunding. Da lì è iniziato un nuovo corso della sua vita.

Non è sempre facile interpretare i gesti di fair play dei ciclisti, a volte sono tattici, anche se in apparenza sembrano fatti in buona fede. E talvolta è difficile anche prendere posizione di fronte a casi che di pancia giudicheremmo antisportivi: ve lo ricordate Tom Demoulin (Maglia Rosa) al Giro del 2017 quando, durante la scalata dello Stelvio, perse un bel po' di tempo per via di un impellente bisogno fisiologico? Il gruppo non lo aspettò, Nibali vinse la tappa e l'olandese al traguardo s'infuriò. Aveva ragione in quell'occasione?

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