Le radioline? Uno studio dimostra che...
Le radioline? uno studio dimostra che...
L’Adispro, l’associazione italiana dei direttori sportivi, ha commissionato
una ricerca su base scientifica per approfondire il discusso tema delle
“radioline”. L’iniziativa è stata condivisa con Ccp e Accpi, ovvero
i rappresentanti istituzionali del ciclismo professionistico e dei corridori.
L’obiettivo dello studio, intitolato “Utilizzo dei supporti tecnologici
nel rapporto direttore sportivo-ciclista nelle competizioni di alto livello”,
consiste nel dimostrare, attraverso un’analisi quanto più oggettiva e
propositiva possibile, che il collegamento radio è determinante in termini
di sicurezza e di corretto sviluppo delle dinamiche di gara. Questo contributo
scardina il teorema sposato dall’Union Cycliste Internationale.
Da un’analisi statistica si evince che l’utilizzo delle radio in competizioni
di alto livello – i dati riguardano il Giro d’Italia ed alcune Classiche
come Milano-Sanremo, Parigi-Roubaix e Liegi-Bastogne-Liegi – non ha inciso
in modo significativo sull’andamento tattico delle gare. In sostanza,
l’argomentazione principale sostenuta contro lutilizzo delle radioline
(la presunta limitazione della “fantasia” dei corridori, che provocherebbe
una minore spettacolarità delle corse) risulta priva di fondamento.
Non solo i direttori sportivi ma anche le altre componenti fondamentali
del ciclismo gradiscono l’utilizzo dello strumento tecnologico in gara.
I corridori, attraverso le risposte ad un questionario cui hanno aderito
107 atleti di diversa caratura e nazionalità, sostengono la valenza dei
collegamenti radio nello svolgimento della loro professione. Favorevoli
anche organizzatori e addetti alla sicurezza in gara, che indicano nella
radiolina il mezzo più efficace ed immediato per poter comunicare con i
protagonisti delle competizioni, soprattutto per segnalare i pericoli presenti
sulle strade.
Uno dei nodi cruciali della questione riguarda proprio gli aspetti legati
alla sicurezza. Oltre alla tutela degli atleti, la ricerca sottolinea il
punto di vista non trascurabile delle compagnie di assicurazione che, valutando
l’aggravante del rischio, rivedranno i propri parametri ed interverranno
in modo sostanziale sugli eventuali risarcimenti. Chi si assumerebbe l’onere
del rischio dovuto al divieto di utilizzare le radioline? Un tema, quello
della sicurezza e della tutela della salute sul lavoro, che è disciplinato
dalle leggi nazionali: il datore di lavoro è perseguibile qualora non metta
in atto tutte le misure possibili per limitare ogni rischio. Nel caso dello
sport professionistico, sono gruppi sportivi e Federazione a dover rispondere
della mancata adozione di idonee misure di sicurezza. Ne consegue che il
“sì” o il “no” agli auricolari in corsa non possa derivare da una valutazione,
peraltro soggettiva, dei soli aspetti sportivi.