Cristiano De Rosa è il nuovo presidente Ancma

De Rosa, la cui credibilità è riconosciuta da tutti gli associati e dal mondo esterno, grazie all’entusiasmo con il quale conduce il proprio impegno lavorativo, prende il testimone consapevole di dover traghettare la parte cicli di Ancma verso nuove mete. Lo avevamo incontrato all’Eurobike di fine agosto, pubblichiamo un estratto dell’intervista concessa al direttore di Ciclismo Massimo Vallini.

De Rosa, lei ribadisce che non si è mai candidato e nessuno glielo ha chiesto…

«Mi hanno votato, ma prima devo chiarirmi, non voglio imporre nulla. È evidente che uno degli aspetti all’ordine del giorno è quello della fiera che consente all’associazione di raccogliere fondi. Ma bisogna studiare bene i contratti in essere con la fiera di Milano».

Non bisogna distruggere, invece qualcuno sulle fiere continua ad alimentare la polemica. No?

«A che scopo? Non sto dicendo niente di nuovo: noi dobbiamo avere idee e sviluppare i nostri interessi. Per esempio il rapporto con i negozianti che fanno fatica e dobbiamo aiutare per arrivare ai consumatori finali».

C’è chi accenna o alimenta una sorta di competizione tra Veneto e Lombardia.

«Siamo in un mercato globalizzato, sarebbe ridicolo e controproducente perdere tempo con i localismi o il campanilismo regionale. Non esiste…»

De Rosa presidente del dialogo a tutto tondo?

«È l’unico modo possibile. L’associazione deve tutelare l’interesse comune e tutte le idee e le proposte sono utili».

Presto per indicare un’agenda, ma su cosa pensa debba agire l’Ancma?

«È chiaro che il mercato ci detta le urgenze: ci sono Paesi che nonostante la crisi vendono biciclette, mentre l’Italia attualmente non è in crescita. E non è questione di tempo meteorologico: certi brand stranieri qui vendono anche se c’è il maltempo! Noi dobbiamo impegnarci a studiare i fenomeni nuovi, come la vendita online. Valutare, per esempio, il servizio post vendita, il montaggio, i negozi monomarca o le concessionarie, i meccanici autorizzati. Ma voglio essere reticente, direi “corleonese”, finché non ho terminato le mie “consultazioni”».