La brasiliana Lionco con Servetto-Footon

È quello di Daniela Lionco, classe 1989 e di origini brasiliane. Corre con la maglia del Servetto-Footon L’abbiamo incontrata durante i test biomeccanici e posturali eseguiti da Gianni Pederzolli, in compagnia del suo team manager Dario Rossino

La brasiliana lionco con servetto-footon

Daniela Lionco è una ciclista classe ‘89 di origini brasiliane che ha già corso qui in Italia nel 2009 da Juniores. Dopo anni di assenza, ritorna nel Nostro Paese grazie a Servetto-Footon, che l’ha inserita in squadra dopo averla vista all’opera al Tour de San Luis, in Argentina.

L’abbiamo incontrata durante i suoi test biomeccanici e posturali, eseguiti da Gianni Pederzolli, approfittandone per una breve chiacchierata.

Da ragazzina promettente, sei ormai una ciclista “adulta”: che hai fatto durante questi anni?

«Ho corso in Italia da Juniores nel 2009, anche con discreti risultati (svariati piazzamenti, nda). Poi, purtroppo, ho avuto problemi personali che mi hanno tenuta lontano dalla bici per oltre un anno e mezzo. Una volta risolto il tutto, sono tornata pian piano in sella e ho corso principalmente negli Usa, nelle gare del loro circuito. In seguito ho avuto l’opportunità di entrare nel giro della nazionale brasiliana (faccio parte ora di quella militare) e togliermi qualche soddisfazione: al Giro del Messico ho conquistato piazzamenti e un podio, ma una foratura mi ha impedito di lottare per la vittoria finale. Ho però contribuito al secondo posto finale di una mia compagna».

Ora la chiamata della Servetto- Footon.

«Sono molto contenta! Grazie a questa chiamata, ho la possibilità di tornare nel ciclismo femminile ad alto livello, con una squadra che lotta nelle competizioni principali. Posso allenarmi bene e con le migliori metodologie, per tornare al mio livello di un tempo e magari, chissà, andare oltre. Intanto tasto con mano che nulla è lasciato al caso, infatti sono già qui per le visite biomeccaniche».

Vicino a lei sorride Dario Rossino, team manager Servetto-Footon. Dario, ci dici qualcosa su Daniela?

«La abbiamo notata in Argentina e ci è piaciuta. Una volta verificata la possibilità, non abbiamo esitato a proporle di correre con noi. Ora dovrà allenarsi duramente per recuperare la forma migliore, poi vedremo il da farsi sul suo calendario. Tenendo conto dei suoi impegni con la nazionale brasiliana».

Che appuntamenti hai con il tuo Brasile?

«Sarò a Toronto a fine luglio per i Giochi Panamericani e ai primi di ottobre in Corea del Sud per i Giochi Militari. Ora ho l’opportunità di prepararli veramente bene: in Brasile le gare da 100 e più chilometri sono un paio, tutte le altre sono circuiti veloci da 50 chilometri. Poco allenanti, quindi».

Chiediamo a Gianni Pederzolli come ha trovato la posizione in bici di Daniela.

«Dai riscontri avuti, direi che non è messa male. Ottima la sua pedalata, ma dovremo correggere gradualmente la sua posizione, per renderla meno corta. L’abitudine a gareggiare su circuiti brevi e veloci, con biciclette dalla geometria esplosiva e molto compatta, si adatta male ai grandi appuntamenti del circuito World Tour».

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