01 October 2010

La bella favola di Matthews

Mentre a Melbourne ci si prepara al derby di football australiano, un giovane sprinter fulmina tutti sul rettlineo di Geelong. Da favorito

La bella favola di matthews

Il primo a gioire, pochi metri dopo il traguardo, è stato il cronista dell’Herald sun, il quotidiano più letto a Melbourne e dintorni. Dopo giorni portati a sera stancamente, ecco un superlavoro in vista, per lui: «Domani non leggerete soltanto di football» ha gridato verso il pubblico. Football, sì, ma australiano. Domani a Melbourne qualcuno leggerà anche dell’impresa di Michael Matthews, un fulmine australiano che si è preso il Mondiale con uno sprint alla Cavendish. Gli aussie lo considerano il nuovo McEwen e lui vince alla Cavendish, balzando fuori dal gruppo come una palla di cannone sul rettilineo in salita che, dal mare, taglia in due la cittadina di Geelong.

Gli aussie non leggeranno solo di football, a cominciare da Luke, un corpulento energumeno che, con una birra in mano, ha assistito allo sprint finale sulla soglia di un negozio di articoli sportivi che in realtà tratta e vende prodotti di un solo sport, quello australiano: cimeli e attrezzature varie del football, australiano ovviamente. Qui a Melbourne impazza la febbre da finale: è il superbowl di questo sport strampalato. E il football australiano si vive a Melbourne come il palio a Siena, tanto per capire. Niente a che vedere con il nostro football, questa è roba pesante: «It’s like a fight» sintetizza Luke all’ultimo sorso di birra. Una battaglia dunque, durante la quale due squadre di 18 giocatori, per due ore cercano di giocare a calcio con un pallone da rugby su un campo enorme, di 180 metri di lunghezza. E nel frattempo se le suonano di santa ragione. E domani pomeriggio, a Melbourne si gioca la finalissima che è anche un derby: si sfideranno i Collingwood Magpies e i Saint Kilda Saints, come Milan e Inter per intenderci, in uno stadio bolgia davanti a 100.000 spettatori e ovviamente in diretta tivù. L’eroe del posto è un gigante di due metri che si chiama Darren Joy e viene da Ballarat, una cittadina vicinissima a Geelong.

Ma oggi Luke, con la sua birra in pugno, ha scoperto che ci si può emozionare anche per un tale Michael Matthews che pratica uno sport molto più semplice: chi pedala più veloce, vince. E su un percorso che, come al solito, ha fatto discutere gli addetti ai lavori, alla fine ha vinto un velocista che ha battuto passistoni possenti, come il tedesco Degenkolb e l’americano Phinney. Per la precisione, bisogna aggiungere anche il canadese Guillaume Boivin, allievo dell’ex pro Steve Bauer. Già perché la volata degli Under 23 ha messo in crisi persino il footofinish e gli ultimi ritrovati tecnologici: dopo lungo esame dei dati e delle immagini, i giudici si sono arresi e hanno assegnato il terzo posto a pari merito per l’americano e il canadese. L’unico italiano sul podio è stato Renato Di Rocco, nelle vesti di vicepresidente dell’Uci, che ha premiato i medaglisti. I nostri, purtroppo, si sono dovuti accontentare del sesto posto del velocista Sonny Colbrelli che ha recriminato, ma non più di tanto, per essere rimasto chiuso negli ultimi metri dello sprint.

L’Italia ha perso sì, ma con onore, occorre sottolinearlo: pur non partendo con i favori del pronostico, gli azzurri si sono dimostrati la squadra che, più di altre, ha lottato per impedire lo sprint. Generosissimi tutti quanti, a cominciare da Moreno Moser, a lungo in fuga nella parte centrale di gara, senza dimenticare Enrico Battaglin, protagonista di un attacco sull’ultima salita, Massimo Graziato, prezioso come gregario, e Stefano Agostini, bravissimo a lanciare lo sprint per Colbrelli. Si è perso contro avversari che, sulla carta, erano considerati più forti di noi, ma il gap, se mai esiste, è minimo: e questo è un dato confortante per la nostra Nazionale.

La festa australiana non ci vede tra gli invitati, insomma, ma nella vittoria di Matthews un po’ d’Italia c’è eccome: da due anni, infatti, il ragazzo vive la stagione estiva nella sede di Castronno, in provincia di Varese. L’anno prossimo, però, farà le valigie per l’Olanda: andrà alla Rabobank. La bella storia di Michael campione del mondo è cominciata quattro anni fa, a Canberra, nel negozio di biciclette di Deayne Rogers, fratello del professionista Michael: è lì che un bel giorno si presentato Matthews che, fino a quel momento aveva in testa soltanto il motocross, ma che ha accettato il consiglio di Rogers: «Dovresti correre in bici, mi hanno detto che a scuola sei forte». Consiglio accettato e benedetto, poi, in un pomeriggio finalmente primaverile, nel piccolo centro di Geelong: Matthews ha dominato un sprint, esattamente come molti si aspettavano, avversari compresi. Ora, una birra non gliela negherà nessuno, stasera, festeggiando sì, ma in attesa della finale di domani. Proprio come il grassone Luke.

Lorenzo Franzetti

(inviato a Geelong, Australia)

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