Tutte le salite del mondo

Il libro di Riccardo Barlaam, giornalista de “Il Sole 24 Ore” con la passione per la bicicletta, è un inno alla fatica e alla salita. Un continua corsa contro il tempo che non diventa mai agonismo fine a se stesso, ma sempre ricerca del proprio limite. Le pagine di “Tutte le salite del mondo” (Ediciclo Editore, 266 pagine, 14,90 euro) di Riccardo Barlaam, giornalista de “Il Sole 24 Ore”, trasudano una passione infantile per il ciclismo e un punto di vista originale di fronte alle tante leggende di Giro e Tour. Per un anno Barlaam decide di vivere in fuga, inseguendo sfide estreme lungo tutto l’arco alpino e affrontando le granfondo più toste del calendario internazionale, dalla Marmotte, che prima dell’arrivo sull’Alpe d’Huez prevede la scalata a Galibier e Glandon, alla Charly Gaul, 140 chilometri che culminano nell’arrivo sul Monte Bondone. Rientrano nella sua collezione anche una maratona, corsa a Barcellona, e un Ironman 70.3, a Rimini. Ma il racconto va oltre la cronaca delle imprese sportive e accompagna il lettore in un viaggio dentro la vita dell’autore che, per portare a termine la sua missione (lui stesso si definisce un monaco della bicicletta) non deve fare i conti soltanto con allenamenti e trasferte ma anche con impegni familiari e lavorativi. Con un occhio incollato al cardiofrequenzimetro, per evitare di andare fuori giri, Barlaam riuscirà ad arrivare sempre fino in fondo. Una volta, alla Ötztaler Radmarathon, in una giornata gelida e piovosa, conoscerà l’amarezza del ritiro e lo spavento per un quasi assideramento. Soccorso da una famiglia austriaca che lo accoglierà nella propria casa, scoprirà il vero significato di quello che, poi, è il filo rosso di tutto il libro. Quella frase del barone de Coubertin passata alla storia nella sua versione monca: l’importante non è vincere ma partecipare con spirito vincente.