di DaBike
15 January 2024

Acciaio, alluminio, carbonio, titanio: ogni materiale ha la sua "anima"

L'acciaio per chi cerca elasticità ed è legato alle tradizioni. L'alluminio per chi si vuole divertire a prezzi modici. La fibra di carbonio per chi ha la competizione nel sangue... e poi c'è il titanio, che combina le doti degli altri tre elementi, ma i più non se lo possono permettere. In breve pregi e difetti di ciascuno di loro

Acciaio, alluminio e carbonio sono i materiali più diffusi ed utilizzati per la produzione dei telai delle biciclette. Ognuno dei quali ha pregi e difetti. Nonostante il prezzo elevato e la maggiore “fragilità”, i telai in fibra di carbonio stanno diventando i più diffusi: leggeri e rigidi al punto giusto per essere confortevoli e reattivi allo stesso tempo, fanno sì che risultino la scelta innegabile per i professionisti ma anche per gli amatori che si vogliono concedere un mezzo al passo con i tempi e calarsi nei panni del proprio idolo per prendere parte a qualche Gran Fondo. La possibilità di modellare le più disparate pieghe/forme e di direzionare e combinare le fibre in modo da rendere più o meno rigide, più o meno elastiche le diverse "zone" del telaio giocano ulteriormente a suo vantaggio.

Bianchi Specialissima RC con telaio in carbonio di ultima generazione per un peso totale di 6.6 kg.

La Trek Domane SLR7, bici da corsa endurance, mira ad essere rigida ed elastica al tempo stesso: dotata di telaio in carbonio ma anche un disaccoppiatore IsoSpeed posteriore che assorbe le asperità della strada per garantire il massimo comfort sulle lunghe distanze.

L’acciaio è stato il primo materiale utilizzato per la produzione in larga scala. Grandi campioni del ciclismo come Coppi, Merckx o ancora Moser hanno scritto la storia di questo sport proprio in sella a biciclette magistralmente assemblate con questa lega, che si distingue per la pulizia delle forme: le tubazioni utilizzate, infatti, sono sempre a sezione circolare e donano alla bici una geometria classica, che attira una consistente clientela nel mercato artigianale su misura. È caratterizzata inoltre da grande elasticità e quindi buona deformazione a rottura (20% contro il 2% del carbonio), alto assorbimento delle vibrazioni e elevato comfort di marcia. Di contro, il peso importante e l'alta dispersione di energia che comporta fanno sì che risulti il materiale meno adatto a chi è a caccia di alte performance: un telaio più rigido fletterà meno e renderà la pedalata più efficace. La possibilità di modellazione è ridotta e facile la corrosione, anche se l’ossidazione può essere contrastata dai trattamenti superficiali che vengono effettuati al termine della lavorazione di saldatura

La Chesini non ha mai smesso di produrre bellissime bici in acciaio, come la gravel Strabia E13.

Nel mezzo troviamo l’alluminio. Ha preso di prepotenza il posto dell’acciaio in quanto più leggero ma non ai livelli della fibra di carbonio; piuttosto rigido, tanto che può risultare scomodo per concedersi lunghe pedalate nei fine settimana. È scattante per divertirsi alla guida e durevole nel lungo periodo, anche se soffre lo stress da fatica, a differenza dell'acciaio. Il prezzo gioca a suo favore, tanto che la maggior parte delle aziende propone costantemente modelli realizzati in questo materiale. Fra queste spicca l’americana Cannondale che, da circa 40 anni, continua a sviluppare, parallelamente a quella in carbonio, la linea CAAD (Cannondale Advanced Alluminium Design), giunta alla 13esima generazione, al momento la più prestazionale.

A grandi linee, queste sono le principali differenze che troviamo fra una tipologia di telaio e l’altro. Non va però dimenticato un materiale meno diffuso ma molto pregiato, il titanio. Si tratta di un metallo comunemente presente in natura, come del resto anche l’alluminio, ma il processo di estrazione dalle rocce in cui è presente (metodo Kroll) risulta più complesso e dal costo decisamente elevato. Questo è il motivo per cui il maggiore impiego è a carico dell’industria aerospaziale e in ambito militare, dove il budget è quasi illimitato.

La scelta di utilizzare il titanio è da ricercarsi nelle sue caratteristiche. Presenta il perfetto equilibrio fra leggerezza e robustezza, rigidità e resistenza alla corrosione. Quest’ultima fa sì inoltre che venga apprezzato in ambito medico per la realizzazione di protesi sia odontoiatriche che ortopediche, data la grande biocompatibilità.

Peculiarità che strizzano l’occhio anche al mondo del ciclismo, in quanto si potrebbe ottenere un telaio quasi perfetto, non fosse appunto per il prezzo d’acquisto. Se fino ad oggi sono stati pochi i telaisti che si sono cimentati nella produzione artigianale, una svolta potrebbe arrivare da Canyon. L’azienda tedesca, in poco meno di 30 anni, si è formata ed in seguito affermata come uno dei maggiori produttori di biciclette al mondo, spaziando per di più in tutti i settori con city bike, bici da strada, mountain bike, gravel, triathlon ed anche elettriche. La sua forza risiede nell’approccio innovativo e nelle larghe vedute. Volendo rendere “popolare” l’utilizzo del titanio, Canyon ha iniziato a collaborare in via prototipale con IperionX, azienda americana la quale condivide l’idea dell’impiego su larga scala del titanio in una chiave più sostenibile. IperionX si impegna non solo ad abbattere le emissioni di CO2 derivanti dal processo produttivo, ma anche al riciclo del materiale di scarto.

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