Il caffè fa bene se sai dormire bene

I ciclisti amano il caffè e il tè come tutti, ma c'è un prezzo da pagare.

I ciclisti sanno già quasi tutto sui benefici della caffeina. Tuttavia, in un recente articolo pubblicato sul sito australiano di notizie accademiche The Conversation, la dottoressa Emma Beckett, docente dell'Università di Newcastle, sottolinea che gran parte della spinta che riceviamo dal caffè o dal tè del mattino è più che altro un prestito.

Tutto dipende dal modo in cui il cervello interagisce con un composto chiamato adenosina, che viene rilasciato come sottoprodotto dell'attività svolta durante il giorno, legandosi ai recettori del nostro cervello e dicendo alle nostre cellule di rallentare, cosa che avvertiamo come stanchezza. I livelli di adenosina si abbassano quando dormiamo e, a patto che abbiamo dormito abbastanza a lungo, ci svegliamo riposati.

La caffeina non risolve completamente il problema, ma lo rimanda soltanto.

La caffeina ha una forma simile all'adenosina e quindi si lega ai recettori, ma non attiva lo stesso segnale di rallentamento delle cellule. Tuttavia, impedendo all'adenosina di farlo, blocca efficacemente la sensazione di sonnolenza.

L'adenosina non legata però non scompare. Rimane nel nostro sistema e si aggancia nuovamente ai recettori una volta che la caffeina si è dissolta, portando con sé la stanchezza. Come dice la dottoressa Beckett, "il debito con la caffeina deve sempre essere ripagato e l'unico modo vero per ripagarlo è dormire".

Quindi, quando si tratta di combattere la stanchezza, la caffeina non risolve completamente il problema, ma lo rimanda soltanto.

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