a cura della Redazione
02 September 2023

Tom Ritchey e l'arte di costruire telai

Insieme a Joe Breeze, Charlie Kelly e Gary Fisher è uno dei pionieri della mtb. I suoi telai si contraddistinguono per avere un disegno pulito e per essere realizzati tramite brasatura

Ce lo siamo sempre immaginato così Tom Ritchey: nel suo garage-laboratorio a inventarsi nuovi telai e componenti in grado di farci sognare (Foto Ritchey Logic).

Come spesso accade ai geni, Tom Ritchey ha iniziato la sua attività nel seminterrato della sua casa, a Menlo Park, in California. Il suo maestro è stato suo padre, ingegnere e anche appassionato ciclista, che gli ha insegnato a brasare i telai. Tom costruì il primo nel 1972, sulla bici da corsa che utilizzava nelle gare locali, con ottimi risultati tanto che in seguito è entrato nella squadra nazionale degli Stati Uniti. Prima di arrivare alla mtb la sua creatività ha preso tante strade diverse: tandem, bici da pista, bici da strada, bici da turismo. Durante la scuola superiore ha messo a punto il suo metodo particolare di saldatura che a differenza di quella classica, univa le superfici attraverso un materiale a basso punto di fusione senza l'utilizzo di congiunzioni. Ciò gli consentiva di contenere il peso dei telai e, allo stesso scopo, di utilizzare tubi meno spessi ma dal diametro più grande, se non addirittura ovali. A trasmettergli l'amore per il fuoristrada è stato il suo amico Jobs Brandt, mentre John Finley Scott lo ha spinto a costruire una bicicletta da off-road con ruote e pneumatici 650b (27,5"). A Joe Breeze pare sia riconosciuto il merito di essere stato il primo a realizzare un telaio da mtb con ruote da 26", cui s'ispirò Ritchey per realizzare i suoi e quelli commissionatigli da Gary Fisher, che di lì a poco, insieme a Charlie Kelly, cominciò a commercializzare le prime bici da montagna. Stiamo parlando, avete capito, della storia di questa specialità.

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