Granfondo Briko Torino 2023: il racconto della gara

Oltre 700 classificati nella granfondo vinta da Tommaso Elettrico e Roberta Bussone. Eravamo in gruppo e vi raccontiamo com’è andata.

La salita finale verso la Panoramica di Superga (Pietro Castagnoli Fotografie Sportive) 

La forte pioggia caduta su Torino nelle prime ore di domenica 7 maggio non ha spaventato gli oltre 700 partenti della Granfondo Internazionale Briko Torino che ha proposto un percorso inedito di 113 km e 1948 metri di dislivello, caratterizzato dalle salite di San Raffaele di Cimena, Rolassa, Cocconato, Moncucco, prima dell’ascesa conclusiva di 9 km al Bric del Duca sulla Strada Panoramica che conduce a Superga.

Un tratto della prima discesa della Granfondo Internazionale Briko Torino (Pietro Castagnoli Fotografie Sportive) 

I vincitori della Granfondo Briko Torino 2023

Alla gara ha preso parte anche Fabio Felline, il ciclista torinese si è allenato con il pensiero rivolto al Tour de France che lo vedrà impegnato nel mese di luglio. La Granfondo Internazionale Briko Torino è iniziata a velocità controllata fino a San Mauro Torinese, da lì i ciclisti hanno pedalato a forte andatura fino alle impegnative rampe della salita di San Raffaele di Cimena, dove Tommaso Elettrico (CPS Professional Team) e Marco Provera (MG. K Vis Dal Colle) hanno fatto il vuoto proseguendo per i restanti 90 chilometri in coppia. A 600 metri dal traguardo Elettrico si è sbarazzato del compagno di fuga precedendolo di 24”. Al terzo posto si è piazzato Luca Passarotto (Team Marchisio Bike) con un ritardo di 2’56”, mentre Mattia Magnaldi (OM CC) è arrivato a 2’58” dal vincitore. Roberta Bussone (Rodman Azimut Squadra Corse) ha primeggiato fra le donne anticipando di 8” la vincitrice della scorsa edizione Arnaudo Samantha (OM CC) e di 5’12” Martina Trevisiol (Asnaghi Cucine).

I partecipanti della Granfondo Internazionale Briko Torino hanno superato un dislivello di 1950 metri (Pietro Castagnoli Fotografie Sportive) 

La nostra Granfondo Briko Torino

Al mattino la sveglia l’hanno data i tuoni, ma le uniche gocce di pioggia ci sono piovute addosso nella griglia di partenza. Gli organizzatori del GS Alpi hanno avuto l’accortezza di limitare la velocità nei primi chilometri cittadini, per poi “liberare” i ciclisti dopo San Mauro Torinese. In questa prima fase ho perso parecchie posizioni in gruppo, mettendomi a ruota di ciclisti che mantenevano un’andatura compresa fra i 35 e i 40 km/h. Anche il cambio di ritmo non è stato facile: sulle rampe di San Raffaele di Cimena ho giocato in difesa, consapevole di dover conservare le energie per un percorso molto lungo. Il fondo stradale bagnato della prima discesa ha accentuato quella che è la mia abituale prudenza. Quando la strada è tornata a salire verso Cinzano, il sole ha fatto capolino e anche le gambe hanno risposto con maggiore reattività.

Un tratto di salita nell'ultimo chilometro di gara (Pietro Castagnoli Fotografie Sportive) 

Sulla pedalabile salita della Rolassa non sono riuscito a seguire il ritmo di un gruppetto, mentre su quella di Cocconato è andata meglio. Fra Cunico e Montafia ho pedalato in compagnia di ciclisti sparpagliati, ma solo poco prima dello strappo di Serra sono riuscito a trovare un gruppetto con la mia andatura. Dopo il secondo rifornimento ho affrontato gli strappi di Moncucco e Barbaso che hanno sfoltito ulteriormente i gruppetti. A una ventina di chilometri dal traguardo ho improvvisato un tandem con una ciclista alla sua prima esperienza in una granfondo. A 9 chilometri dalla conclusione è iniziata l’ultima salita. Una rampa al 10% ha messo a dura prova le mie gambe: ho sentito arrivare i crampi e, fortunatamente, in una discesa di qualche centinaio di metri li ho potuti controllare. Ho così proseguito con un rapporto leggero e, rientrato il problema alle gambe, sono riuscito a superare qualche concorrente negli ultimi chilometri. Ho chiuso la mia prova 646° (su 711 classificati) in 5 ore 17 minuti e 35 secondi, a quasi due ore dal vincitore e con una media di 23,35 km/h.

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