di DaBike
26 April 2024

Introduzione alle gare amatoriali su strada

Se volete mettere alla prova il vostro livello di allenamento in bici partecipando ad una gara per amatori, siete tenuti a seguire un iter burocratico, abbastanza semplice, che vi permetterà di entrare nel mondo dell'agonismo. Eccovi un'infarinatura sull'argomento

Vi sarà capitato almeno una volta nella vostra carriera di appassionati ciclisti di seguire alla TV una tappa del Giro ed immedesimarvi nel vostro ciclista preferito mentre alza le braccia al cielo varcando l’arco del traguardo. Oppure, quando pedalate nel fine settimana con i vostri amici e non appena la strada inizia a salire, lanciarvi nella sfida per chi arriva primo alla cima. Ma se volessimo spingerci oltre e prendere parte ad una vera gara? Nulla di irrealizzabile, è alla portata di tutti e ad ogni età.

Per prima cosa è indispensabile essere in possesso del certificato medico sportivo agonistico. Si tratta di una dichiarazione di idoneità alla pratica sportiva richiesta, che il medico dello sport rilascia all’atleta al termine di una visita specifica realizzata in ambiente controllato ricreando condizioni di sforzo in progressione e prolungati nel tempo. Che si tratti di una corsa su tapis roulant, cyclette o lo step test, tramite un elettrocardiogramma svolto sull’atleta prima, durante e dopo lo sforzo, il medico può individuare l’insorgenza di anomalie cardiache all’aumentare dell’intensità che potrebbero risultare fatali durante una competizione. Per definire un profilo sportivo completo, vengono svolte anche la spirometria, l’analisi delle urine, visita oculistica e la raccolta di dati quali peso, età, sesso.

Una volta in possesso del nostro certificato, non resta che metterci alla ricerca della gara che più si addice alle nostre caratteristiche. Si passa dalle granfondo (o mediofondo se si opta per un chilometraggio di gara contenuto) che ben si addicono a ciclisti leggeri e dalla buona resistenza per via dei percorsi e dislivelli importanti, alle più brevi e pianeggianti gare in circuito che di contro richiedono una gamba scattante e capace di mantenere medie orarie parecchio elevate. Le cronoscalate, eventi in cui la classifica generale si basa solamente sul tempo di percorrenza di una determinata salita e non dell’intero percorso di gara, che si oppongono alle cronometro in linea vere e proprie. E poi ci sono le gare a tappe e di endurance.

Qualsiasi sia la nostra scelta, la soddisfazione più grande a fine giornata è sicuramente quella di vedere il proprio nome comparire in una classifica generale con a fianco il relativo tempo di gara. Per questo motivo è richiesto, ma non obbligatorio, l’acquisto oppure il noleggio giornaliero con cauzione di un chip timer da applicare alla nostra bicicletta, che consente agli organizzatori di cronometrare ufficialmente ed in modo univoco le performance di tutti i partecipanti. A rendere ancora più indissolubile il legame fra atleta e chip, viene fornito anche un numero di gara. Ma la classifica va oltre al tempo di percorrenza totale. Infatti in griglia sono schierati contemporaneamente ciclisti di ogni sesso ed età ed è quindi grazie all’incrocio del tempo e di tutti i dati forniti in fase di iscrizione, che la classifica si divide ulteriormente per categoria: ad esempio un corridore maschio di 40 anni, conosciuto il suo tempo di gara, può essere primo classificato di categoria ma 130esimo nella generale. Il sistema di categorie è stato introdotto dalla FCI (Federazione Ciclistica Italiana) nonché l’associazione nazionale che regola l’intero movimento ciclistico, permettendo di avere un parametro di divisione comune e riconosciuto in tutta Italia. Lo stesso metodo di suddivisione è adottato anche dagli enti di promozione sportiva (fra cui ad esempio CSAIN, ACSI, UISP o CSEN) a cui lo Stato, impersonato dall’organo del CONI, demanda il compito di supportare e gestire più da vicino lo sviluppo dell’attività sportiva in ogni sua declinazione.

Ed è proprio a questi enti, oltre che ad FCI, a cui dobbiamo fare riferimento se vogliamo fare sul serio. Infatti, in fase di iscrizione alla gara, è presente un campo in cui viene richiesto se facciamo parte di una squadra oppure siamo atleti individuali. Entrambe le opzioni consentono ovviamente di prendere parte all’evento, ma il fatto di essere parte di una squadra e vestire una divisa di rappresentanza proprio come i professionisti, infonde sicuramente una marcia in più. Le squadre stesse sono tenute alla registrazione presso uno di questi enti e noi entrando a farne parte godremo di riflesso dei vantaggi dell’affiliazione. Oltre alla divisa infatti, fare parte di una squadra significa avere anche una basilare, ma estendibile, copertura assicurativa medica e civile in caso di incidente durante l’attività su due ruote. Durante lo svolgimento della gara, invece, è comunque sempre prevista una tutela anche per l’atleta individuale. Sono molteplici le piccole società ciclistiche presenti nel nostro Paese e, se nel nostro comune di residenza non ne abbiamo una, sicuramente ne troverete una nei paesi limitrofi.

Queste sono le linee guida sul tema, non abbiamo appositamente parlato dei prezzi delle gare, dell’affiliazione alla squadra ed del certificato medico poiché variano da provincia a provincia.

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