Paola Gianotti ci racconta Bike4Tree, il suo progetto per l'Amazzonia

Lo scorso aprile Paola Gianotti è rientrata da una nuova avventura ciclistica nel cuore dell’Amazzonia. Non un semplice viaggio o una sfida dai chilometraggi estremi, ma un focus sull’Ambiente, in uno dei posti più in pericolo del nostro pianeta

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La Transpantaneira è una strada lunga 147 km che collega la città di Poconé a quella di Porto Jofre attraversando circa 122 ponti di legno.

Vi avevamo parlato di lei, qualche mese fa, quando era ancora in viaggio, ora la sua avventura si è conclusa e ci siamo fatti spiegare meglio cosa significa per lei Bike4Tree. L’ultima impresa dell’atleta piemontese, detentrice di 4 Guinness World Record (tra i quali quello che la consacra donna più veloce al mondo a circumnavigare il globo in bici), l'ha spinta a pedalare per 1.200 km attraverso il Mato Grosso per documentare le meraviglie naturalistiche, la deforestazione e le coltivazioni intensive di questo angolo di mondo, specchio del precario equilibrio ambientale del pianta terra. Un viaggio in sella a una mtb trovata sul posto, con tanti incontri istituzionali e non lungo la strada, per sottolineare come la bici a volte sia uno dei mezzi più democratici e amichevoli che esistano.

Il suo progetto è iniziato nel 2022 pedalando 2.200 km da Stoccolma a Milano per piantare 2.022 alberi con il supporto del Ministero della Transizione Ecologica, un viaggio in 14 tappe che ha portato l’atleta a incontrare anche Greta Thunberg. Il recente viaggio in Mato Grosso, invece, ha sostenuto wownature.eu, che mira a contrastare il taglio illegale e a promuovere la gestione responsabile delle foreste nell’arcipelago di Bailique. Inoltre, per compensare le emissioni di CO2 prodotte dai voli aerei, verranno piantati 40 alberi nei boschi del Parco Lombardo della Valle del Ticino.

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Il progetto “Rispetta il ciclista” per la sicurezza stradale portato avanti da Paola Gianotti da anni in Italia cerca di diffondere una regola che in realtà non ha confini: persino dall’altra parte del mondo, quando si supera un ciclista è bene ricordarsi la distanza di sicurezza.

Il viaggio da Cuiabà a San Paolo

Partita da Cuiabá, nella prima parte del viaggio Paola ha attraversato la Transpantaneira, arrivando nel Pantanal, la più grande zona umida del mondo con una superficie pari a circa due terzi dell’Italia.

Nella seconda parte dell’itinerario, ha pedalato sulla “rotta della soia”, attraversando le grandi distese di coltivazione intensiva nate a causa del disboscamento spietato di migliaia di ettari di foresta. Qui ha incontrato un’associazione di piccoli produttori locali che cercano di introdurre metodi più sostenibili di gestione della filiera dei legumi, e ha trascorso una giornata nella riserva indigena Xavantes, per cui la foresta è casa, e senza questo habitat non potranno sopravvivere.

Infine a San Paolo è stata accolta dal console italiano Domenico Fornara, con cui ha fatto da madrina dell’evento Giro d’Italia Ride Like a Pro Brasil, una delle tappe dell’evento di RCS che permette ad agonisti e appassionati di vivere le emozioni di una gara ciclistica mitica in diversi posti del mondo. Questa tappa è stata anche l’occasione per incontrare diversi studenti di scuole italiane, a cui Paola ha raccontato i suoi progetti, tra cui “Io rispetto il ciclista”, per la sicurezza stradale. Anche a noi ha raccontato che esiste un collegamento fra sicurezza ed ecologia: "Soprattutto se si parla di ciclismo. La sicurezza permette di muoversi in bici a un numero maggiori di persone, diminuendo l’inquinamento. Allo stesso modo, più ciclisti ci sono sulle strade, più le auto e i mezzi a motore sono sensibili al rispetto del codice della strada e delle distanze, specialmente in fase di sorpasso e svolta".

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Nel villaggio Santa Clara, nella riserva indigena Xavantes, Paola incontra il vicecapo e il Capo tribù, detto Cacique. La popolazione del Mato Grosso rimane ancora oggi composta in gran parte di indigeni Boroboro.

Due chiacchiere con Paola

Pensando alla sostenibilità, esiste anche una alimentazione più in linea con queste tematiche? Che prodotti scegli tu, per rispettare di più l’ambiente?

"Sicuramente esiste anche a tavola (o in formato barretta) una gamma sempre più ampia di prodotti che rispettano l’ambiente a partire dalla coltivazione di materie prime, meglio se locali, e che hanno un packaging riciclabile o minimizzato. La cosa migliore sarebbe ovviamente prodursi da soli il cibo da portarsi mentre si pedala, ma è anche vero che questo richiede più tempo, e non sempre è possibile. Dunque non vanno demonizzate le cosiddette “barrette”, ma è meglio sceglierle di marche che promuovono l’uso di prodotti provenienti da una agricoltura equa e incarti minimi, che dobbiamo sempre ricordare di buttare in modo differenziato, se possibile, o comunque mai per terra. Anche riempire la borraccia da fontane e sorgenti è un bel gesto, invece che acquistare bottiglie di acqua minerale. Io ho la fortuna di aver conosciuto la realtà della marca Alce Nero, una azienda italiana impegnata dal 1978 nel produrre cibi frutto di un’agricoltura che rispetta la terra e le persone. Realtà che oggi unisce più di mille agricoltori italiani e oltre diecimila piccole imprese agricole familiari del Centro e Sud America, e chemi supporta come sponsor in diversi progetti. Anche il consumo di carne è un tema delicato quanto importante: io personalmente non ne mangio da diversi anni, mentre consumo molti legumi, ma in generale penso che qualsiasi prodotto vada comprato dove è nota la provenienza e, nel caso degli allevamenti, la sostenibilità e sanità di essi".

Quale paesaggio non vorresti mai che scomparisse, soprattutto tra quelli più cari ai cicloturisti?

"Non saprei sceglierne uno, per me ogni ambiente è da valorizzare e conservare, e soffro molto nel vedere quando questo non succeda. Ho iniziato ad approfondire la tematica ambientale non da molto tempo, e devo dire che mi crea non pochi problemi la consapevolezza di ciò che succede al nostro Pianeta. Il Mato Grosso è un esempio di ampia distruzione, di imposizione violenta dell’uomo sulla natura, di difficile gestione di un ambiente incredibile per la vegetazione e per le specie animali presenti. Dunque, non sarei pronta a sacrificare nessun paesaggio, a partire da quello canavesano, che per me è casa".

chi sceglieresti come compagno per un giro in bici fra i personaggi più sensibili alle tematiche ambientali?

"Sceglierei Brad Pitt per chiacchierare con lui dei suoi tanti progetti come icona green, e Leonardo di Caprio per congratularmi per la sua partecipazione al documentario Before the Flood, che consiglierei a tutti di vedere".

Quali parti del mondo non ancora percorsi hai nei tuoi sogni ciclistici?

"Non saprei in quale ordine di importanza, perché in realtà non avrei preferenze, ma prima o poi vorrei riuscire a percorrere in bici la via della Seta, l’America del Centro e Sud, così come anche l’intera Africa, anche se purtroppo per motivi politici ora non è possibile".

I tuoi prossimi programmi?

"Innanzitutto un po’ di vacanza, senza rinunciare del tutto alla bici. In buona compagnia partirò per la regione della Bretagna, in Francia. Ma il progetto più a lungo termine che mi piacerebbe concretizzare è essere presente alla conferenza sull’ambiente Cop30 che si terrà nel 2025 a Belem, in Amazzonia. Farò di tutto per esserci!".

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