27 June 2013

Cervélo P3

contenuti tecnici evoluti, alcuni mutuati da P5 (il top di gamma), ma semplice da gestire e settare

Cervélo p3

Una bici da crono-Triathlon con contenuti tecnici di alto livello, ma pratica e semplice da gestire per il grande pubblico. Sì, perché i telai hi-tech di ultima generazione sono il non plus ultra per tecnologia e ricerca aerodinamica, ma spesso sono un “disastro” dal punto di vista pratico. Meglio, lo sono per tutte quelle che persone che non hanno a disposizione un meccanico specializzato e addestrato a mettere le mani su telai con tanti (troppi?) dettagli “particolari”. Con P3, Cervélo ha voluto realizzare un prodotto con contenuti tecnici evoluti, alcuni dei quali mutuati da P5 (il telaio crono-Triathlon top di gamma), ma semplice da gestire e settare anche per il grande pubblico degli appassionati.

Il telaio

Partendo dalla porzione anteriore, si nota la forcella integrata nella giunzione dello sterzo. Dettaglio ormai “obbligatorio” per i prodotti specifici crono-Triathlon, indispensabile anche per quelli “aerostrada” di ultima generazione. Utile sia per motivi aerodinamici, pare che il “drag”, la resistenza aerodinamica, diminuisca di un piccolo, ma significativo 3% rispetto a un telaio sprovvisto di questa integrazione, sia per motivi estetici. Detto sinceramente la differenza è abissale! Integrare la forcella al tubo obliquo ha inoltre consentito ai tecnici di abbassare sensibilmente lo stesso obliquo, ottenendo di fatto la “normalizzazione” dei flussi di aria attorno al telaio e, quindi, una migliore penetrazione aerodinamica. Passando al comparto posteriore si nota la “carenatura” della ruota posteriore che caratterizza tutti i prodotti Cérvelo concepiti con caratteristiche aerodinamiche. P3, si colloca tra S5, il top di gamma “aerostrada” e P5, il “mostro” super tecnologico top di gamma crono-Triathlon. I tecnici hanno adottato una carenatura media, efficace, ma non estrema per mantenere, giustamente, una certa diversità tra i modelli e giustificare i diversi livelli di investimento e di posizionamento sul mercato. Dettaglio curatissimo l’integrazione del freno posteriore sia col seat tube (il piantone) sia con i foderi verticali alti. Sia con i caliper classici sia, a maggior ragione, con gli elementi Magura idraulici. Bell’esempio di funzionalità e stile.

L’utilizzo dei freni Magura idraulici non è una novità assoluta per Cervélo, che li adotta già sul suo top di gamma aero P5, ma posizionati in modo diverso, soprattutto totalmente integrati nella scocca. Un vantaggio, il plus hi-tech è innegabile, ma anche un impegno maggiore nella gestione delle tolleranze (le ruote con cerchi più o meno larghi) e della manutenzione. La scelta fatta per P3 è in linea con i principi del prodotto: tecnicità e semplicità insieme. Nel comparto posteriore si notano inoltre i drop out a innesto orizzontale, tipo pista per capirsi, che consentono un certo margine nell’aggiustamento della ruota e, di conseguenza, del passo della bicicletta. Poca cosa, ma quanto basta a determinare delle differenze anche sensibili nel comportamento della bicicletta.

La geometria

Nella size chart Cérvelo, la tabella delle geometrie, si notano due importanti novità. La taglia 45 con ruote di 650c (le 26”) e la taglia 48 con ruote di 28”. La prima è dedicata soprattutto alle donne e al mercato americano che apprezza e “spinge” ancora le ruote di piccolo diametro. La seconda è per gli uomini di piccola statura che non intendono rinunciare all’inerzia delle ruote grandi. Due scelte molto interessanti dal punto di vistat tecnico che sottolineano l’attenzione di Cérvelo, ce ne fosse il bisogno, verso il set-up e il fitting quasi perfetto in sella alla bicicletta. Le altre taglie, cinque, sono 51, 54, 56, 58 e 61. L’impostazione della geometria è abbastanza compatta e, come al solito nel caso di questi prodotti, abbastanza impegnativa da “codificare”. Non a caso, i tecnici hanno scelto di mettere a disposizione dei clienti di P3 lo stesso reggisella di P5 che si caratterizza per la struttura dritta con slitta nella parte superiore (invece dei due buchi). La parte piatta superiore consente di modificare e di settare in modo millimetrico l’arretramento e l’avanzamento concedendo qualche margine in più nella scelta delle taglie per quei ciclisti che ogni volta si trovano “a cavallo” tra una misura e l’altra.

Idratazione, alimentazione e trasporto

Questi aspetti sono tenuti in particolare considerazione dai triatleti e Cervélo, marchio che nasce e continua a lavorare a stretto contatto con il mondo della multidisciplina, li conosce bene e li valuta attentamente. Così come P5, che detta la linea del marchio canadese, anche P3 è stato disegnato per mantenere il miglior equilibrio a “pieno carico”, acqua e cibo e offrire anche in questo frangente un buon “pacchetto” aerodinamico. Il telaio, infatti, è predisposto per il montaggio di una borraccia aerodinamica appena sopra la scatola movimento (elemento lanciato con P5) che migliora sensibilmente, stabilizzandoli, i vortici di aria all’interno del triangolo principale. Le altre due borracce (per le gare di Triathlon di lunghissima distanza) sono previste sul manubrio, opzione impegnativa per ragioni di guidabilità, e dietro la sella. Mentre il box per le vivande, integratori e barrette di vario genere, si può collocare sul tubo orizzontale appena dietro l’attacco. Quindi al riparo dall’aria e comodo da raggiungere anche in posizione aerodinamica. A grande richiesta del pubblico dei triatleti (soprattutto stranieri), P3 è stato realizzato con concetti “semplici” anche per facilitare lo smontaggio di alcune parti, reggisella e manubrio, per collocare la bici all’interno delle borse rigide, quelle che si utilizzano per viaggiare con la bicicletta in aereo. Se questo aspetto è poco tenuto in considerazione da noi italiani (almeno dal 99% di questi) negli Stati Uniti i tratleti sono abituati a viaggiare in aereo, anche gli age groupers, per competere nei circuiti di gare interne, a volte distanti anche migliaia di chilometri. Le parti integrate, quindi, diventano spesso un freno e un limite invalicabile al trasporto. La cura anche di questi aspetti è determinante per vendere il prodotto.

La prova

Abbiamo provato la Cérvelo per circa 70 km sull’isola di Maiorca, all’interno del mar Mediterraneo. Un’isola molto bella per pedalare, con tantissimi ciclisti provenienti da tutta Europa, soprattutto dalla Germania e dalla Gran Bretagna. Mi hanno dato una taglia 51 (sono alta 165 cm) con attacco di nove cm, un adattamento stile mountainbike. Volendo, infatti, potrei utilizzare anche una taglia 48 (che non era disponibile, però) con attacco più lungo e sbilanciare la posizione in avanti. Questione di gusto, stile ed esigenze tecniche. La cosa che mi ha colpito sin dalle prime pedalata è stata la stabilità, certo la taglia più grande ha contribuito, anche in condizioni di vento trasversale piuttosto forte. In questo senso la taglia 51 si è rivelata molto utile. La reattività? Ottima, perché i tecnici mi hanno sistemato la ruota posteriore al limite interno, quindi con un carro molto compatto e grintoso. In sostanza la bici era lunga davanti e corta dietro, guidabile e pronta nelle ripartenze. Maiorca è un’isola collinare, quindi anche questo aspetto diventa importante in una bici da crono. I rilanci possono susseguirsi a ritmo incessante, seguiti da lunghi rettilinei dove si può mantenere a lungo la posizione aerodinamica. La bici “perfetta” per questo terreno, dunque, deve essere un mix tra guidabilità e reattività. Qualità presenti e ben bilanciate in P3.

Per info

www.focus-bikes.it

www.cervelo.com

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