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Il Made in Italy a pedali supera i due miliardi di euro

Dalla terza edizione del Market Watch “Ecosistema della Bicicletta” promosso da Banca Ifis emerge uno scenario molto confortante per la Bike Industry italiana

Pedala forte il ciclismo italiano. Magari non nell’agonismo, dove abbiamo diversi corridori di razza ma (al momento) pochi risultati. Invece, nel comparto “Produzione” il Made in Italy continua a piacere e la Bike Industry tricolore corre con il vento a favore.

La notizia, a dire il vero, non è nuova. Già a giugno la terza edizione del Market Watch “Ecosistema della Bicicletta” - colossale e dettagliata indagine prodotta dall’Ufficio Studi di Banca Ifis con il contributo di ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo, Motociclo e Accessori) e altri player di settore - aveva fotografato il felice momento della nostra produzione a pedali.

E dal momento che Banca Ifis è al servizio delle PMI italiane da anni, il ritratto che propone è particolarmente attendibile, in quanto basato concretamente sugli scenari economici della nostra industria.

La notizia più rilevante dello studio è che nel 2022 i ricavi dei produttori italiani di biciclette e di componentistica sono cresciuti del 10%, raggiungendo per la prima volta la storica soglia dei due miliardi di euro.

Una cifra considerevole che pochi giorni fa, il 14 agosto, ha acceso l’interesse anche di Bike Europe, la più autorevole piattaforma multimediale del Continente focalizzata sul bicycle business internazionale (qui l’articolo, disponibile su abbonamento).

L’indagine Ifis proietta l’Italia tra i produttori leader europei di biciclette, con una previsione positiva anche per il 2023, anno in cui si attende un'ulteriore crescita di 6 punti percentuali dei ricavi del settore.

Alla base di questo incremento ci sono - secondo la ricerca - tre fattori principali: la ricerca di una mobilità sempre più sostenibile da parte dei cittadini; la diffusione del cicloturismo, grazie anche ai tanti progetti introdotti a livello territoriale; e, infine, la forte accelerazione della produzione di e-bike.

Dallo studio, infine, emerge quanto l’industria italiana faccia affidamento sulla filiera nazionale. Attualmente il 29% dei materiali semi-lavorati e della componentistica utilizzata ai fini produttivi proviene dall’estero e si importa essenzialmente per l’assenza in Italia di produzioni delle quali si ha bisogno (39%) o per ottenere un prezzo più competitivo (36%).

Ma nel corso del 2023 molte imprese produttrici si sono dichiarate intenzionate a ridurre le importazioni di prodotti semi-lavorati e di componentistica, a favore di una produzione proveniente da mercato interno. Una scelta legata anche alle difficoltà delle supply chain globali, che dovrebbe favorire la polarizzazione del “Made in Italy” aumentando la qualità dei prodotti.

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