Isole Pianeta Diary: verso le highland

Leone e Giovanni arrivano all'imbocco della F35, pronti a lasciare le ultime, poche, tracce di paesaggio umano, per entrare nel panorama, minimo, degli altipiani interni islandesi.

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Il cielo cala sulla terra e stare caldi è fondamentale.

Lasciata la 54, i nostri si arrampicano verso nord lungo la 59 e la 68 per raggiungere il Hrútafjörður, e da qui prendere un tratto della 1, superare il piccolo centro di Blöndúos e scendere fino all'attacco della F35, fermandosi al camping di Húnaver, prima di entrare in pista.

Il paesaggio cambia radicalmente e molto in fretta in Islanda. Si passa da tratti di altopiano ricoperti di muschi e fiori bianchi, a distese di verde solcate di azzurro, popolate più da cavalli e pecore che da umani. "Dove sono gli islandesi?" è una domanda che viene spontanea attraversando questa terra. E il mito del popolo nascosto (l'huldufólk) prende immediatamente corpo. Qui, dove ogni luogo custodisce una leggenda, anche i fili d'erba raccontano storie. Ci scrive Giovanni: "Il sole è sparito dietro una fitta coltre di nebbia desaturando i colori. Resiste solo il bianco dei fiori che diventano improvvisamente gli attori principali di questa scenografia improvvisata. Nel folklore islandese si pensa che il Riúpnalauf, (camedrio alpino), qui così diffuso, abbia la capacità di attrarre ricchezza a patto di scendere ad un deplorevole compromesso. Bisogna prima rubare dei soldi ad una vedova impoverita, mentre lei è in chiesa a pregare, e poi seppellirli in un posto dove cresce questo fiore. La leggenda narra che i soldi mal guadagnati raddoppieranno". Gli islandesi sono famosi per il loro humor decisamente noire.

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Data la rarefatta la presenza umana, i cavalli sono un'ottima compagnia.

Tornati sulla 1 il paesaggio si fa, almeno a tratti, più dolce. Il verde dei pascoli, le mandrie di cavalli, le recinzione parlano della presenza umana, meno rarefatta, ma sempre scarsa. Poi finalmente qualche fattoria, addirittura un'area di servizio.

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Giovanni scrive: "Due camere, un soggiorno, sala pranzo, cucina e garage… il bagno oltre la siepe.

What else?"

Il campeggio è deserto, ma l'erba tagliata e il locale comune aperto. Giovanni e Leone sono gli unici ospiti e scambiano giusto qualche parola insieme ai gestori del camping. Il senso di solitudine si acuisce. Dopo una notte di riposo, un check alle bici e all'equipaggiamento, prima di entrare nei deserti dell'interno, rimontano in sella. Giovanni controlla ancora una volta il Garmin, ultime telefonate per salutare a casa e si parte, pronti a rivedere il piano di viaggio in base alle condizioni meteo e agli inconvenienti.

Passerà qualche giorno prima di poterli risentire di nuovo. Ma come si sa: "No news, good news".

Il logo ufficiale di Isole PIaneta. (Graphic Design Sara Ricci)

A tutti coloro che hanno creduto nell’avventura delle Isole Pianeta, un grande ringraziamento da parte di Giovanni e Leone.

GIANT ha fornito due bici Revolt Advanced 1, molto versatili, adatte per percorsi gravel veloci, sconnessi, sull’asfalto o sullo sterrato.

Grazie a SRAM le biciclette saranno anche dotate della migliore componentistica meccanica ed elettronica che aiuterà Giovanni e Leone ad affrontare meglio la fatica.

Leggerezza e compattezza sono state le parole d’ordine per individuare invece i marchi che hanno fornito l’attrezzatura da bikepacking.

NORDISK per le tende (modello Lofoten e Telemark), resistenti alle intemperie islandesi e leggerissime (560 e 700 gr)

DECATHLON per i sacchi a pelo (Simond Makalu II Light Down), caldi e confortevoli

Grazie a OUTBACK 97 di Bergamo per il fornello da campo MSR GEAR di CASCADE DESIGNS: pochissimi grammi e con sistema anti-vento, sarà fondamentale per i pasti caldi in autonomia

ENERVIT ci ha fornito un bel po’ di carica, con barrette energetiche e sali minerali, indispensabili per affrontare i momenti impegnativi

Massimo Rapetti di HEALT CONSULTANT è il nutrizionista che ci ha fornito supporto nella fase preparatoria e che ci darà utili consigli anche nel corso del viaggio.

Anche l’abbigliamento tecnico ha richiesto particolare attenzione, viste le condizioni meteorologiche dell’Islanda, soggetta a un clima sub polare estremamente variabile. Nonostante il viaggio sia nel cuore dell’estate e nel pieno del Sole di mezzanotte, la possibilità di imbattersi in giornate “invernali” non è mai remota.

Guscio esterno DAINESE con una giacca HGC Hybrid con inserto in Polartec Alpha, calda e idrorepellente, e i guanti

I tessuti tecnici innovativi di SITIP per le maglie e le salopette

Calzini TRS Tech Revolution Sport

Per le scarpe Giovanni ha giocato in casa, grazie alla maestria di ALBERTO FASCIANI; i nostri avranno ai piedi dei capolavori dell’arte e dell’artigianato delle terre fermane

Fondamentali le lezioni di meccanica ricevute da Daniele Mezzabotta, di GARAGE 3, che ha anche regalato diversi utili accessori

Le visite biomeccaniche per trovare il migliore assetto in bici sono state effettuate da CHRONOBIKE di Giacomo Cognigni a Porto San Giorgio e VELŌSYSTEM con la competenza specialistica di Massimiliano Beneduce.

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