Tirreno-Adriatico 2024: cosa ci ha rivelato?

Ci si aspettava, considerati i nomi di coloro che si sono presentati al via di Lido di Camaiore, che la Tirreno-Adriatico potesse regalare attimi memorabili ma che potesse assumere connotati addirittura storici era un esercizio d’immaginazione ben più difficile. Invece, per merito di Jonas Vingegaard e, più in generale, della sua Team Visma | Lease a Bike, ciò si è concretizzato: confermandosi inattaccabile nelle corse a tappe. Ma non è tutto: ci sono giovani talenti che si stanno facendo avanti, parliamo dei 6 under 25 piazzatisi in top ten

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Con il danese in Italia e con Mateo Jorgenson alla Parigi-Nizza, la formazione belga è riuscita ad appuntarsi sul petto un altro sfavillante alloro, quello di prima squadra nella storia a centrare il doblete Corsa del Sole-Corsa dei due mari nella stessa stagione. La Tirreno 2024 resterà dunque negli annali in quanto manifestazione legata al raggiungimento di questo prestigioso traguardo, una doppia affermazione che, limitandoci a considerare quanto fatto sul suolo nostrano dalla compagine belga, è stata conseguita muovendosi con precisione chirurgica nelle tappe più indicate per fare la differenza con il proprio leader, quel Jonas Vingegaard che, pur non presentandosi ai nastri di partenza in forma Tour de France (ancora suo primo obiettivo stagionale dopo i due vinti nel 2022 e nel 2023), ha dato l’impressione di essere intoccabile, sempre padrone della situazione e in grado di fare la differenza con irrisoria facilità in salita. Supportato da un team tutto al suo servizio (l’uomo che poteva dire la sua nelle volate, Olav Kooij, è stato dirottato in Francia), nelle frazioni più impegnative il danese non ha lasciato nulla agli avversari prendendosi di forza due tappe, la maglia azzurra di leader della generale e quella verde dei Gran Premi della Montagna. Per Vingegaard così è arrivato il settimo successo nelle ultime dieci corse a tappe disputate e il dodicesimo podio nelle ultime tredici, numeri che ne certificano a tutti gli effetti il titolo di più forte e redditizio corridore da gare a tappe degli ultimi due anni. I suoi exploit sul San Giacomo e sul Monte Petrano, a proposito di corridori da corse di più giorni, sono un bel segnale lanciato in risposta alle recenti vittoriose prestazioni sfoderate dai potenziali avversari (da Tadej Pogacar a Remco Evenepoel) per la maglia gialla di luglio, quella della Grande Boucle, un appuntamento per il quale l’atleta scandinavo potrà, nei prossimi mesi, mettere assieme una condizione ancora migliore rispetto a quella vista ad una Tirreno. Quest'ultima ha comunque confermato a lui e alla Visma il buon lavoro fatto fino a oggi dando un altro bel boost di consapevolezza e fiducia a tutto l’ambiente.

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Ambiente che capiremo se, nelle prossime settimane, potrà contare ancora sugli avveniristici (ed esteticamente più che rivedibili) caschi da cronometro sfoggiati in occasione della prima tappa contro il tempo. Modelli che, tra meme, gif, dibattiti social e polemiche, hanno dato vita a un vero e proprio caso mediatico portando, alla fine, l’UCI a esprimersi e a promettere “una revisione delle regole sulla progettazione e l'uso dei caschi da competizione”: sarà interessante osservare, a seguito di questa uscita, se e come nel concreto la Federazione agirà a riguardo. Ad ogni modo, questa discussione ha fatto sì che i “calabroni” catalizzasero su di loro le attenzioni di media e appassionati dal primo all’ultimo giorno di corsa con pochissime eccezioni. Una di queste è stata senza dubbio Jonathan Milan le cui vittorie a Giulianova e San Benedetto del Tronto hanno rubato l’occhio alzando le aspettative in ottica Milano-Sanremo e classiche del Nord, eventi questi in cui verosimilmente egli si ritroverà di nuovo a confrontarsi con molti degli uomini veloci fronteggiati negli ultimi giorni. Battendoli brillantemente in due circostanze e sfoggiando nel complesso una forma eccellente, il velocista friulano però potrà approcciarsi ai nuovi e più probanti test primaverili con credenziali, punte di velocità e convinzioni più solide che potrebbero risultare difficili da scalfire per i vari Philipsen (partito in pompa magna vincendo a Follonica prima di apparire meno brillante strada facendo), Kristoff (non ficcante come un tempo ma sempre, come la sua squadra, un osso duro da superare), Bauhaus (1° a Gualdo Tadino grazie allo “strike” di Philipsen), Girmay, Zingle, Strong e gli altri reduci (vedi Pithie, Kooij, Matthews, Trentin) della Parigi-Nizza. In sostanza, per come ha disputato questa Tirreno, Milan (per la seconda volta in altrettante gare a tappe questa stagione, capace di portare a casa punti e almeno un successo parziale) ha rafforzato la propria posizione in gruppo e la propria candidatura per gare in cui magari sarà della partita anche il compagno nel quartetto azzurro in pista, Filippo Ganna, apparso in crescendo rispetto alle prime uscite stagionali in Australia e Algarve.

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Crescere è un verbo poi che ben si associa al duo di giovani “terribili” dell’UAE Team Emirates Juan Ayuso-Isaac del Toro, entrambi protagonisti nell’ultima settimana: il primo, vittorioso contro il tempo a Lido di Camaiore e maglia bianca di miglior giovane, sostenuto da buone gambe, ha provato caparbiamente a tener testa (senza riuscirci) a Vingegaard, una missione in cui presto però, visti i mezzi a sua disposizione, potrebbe aver successo; il secondo (a segno a gennaio al Tour Down Under) ha palesato, oltre a qualità già messe in mostra da under, una freddezza e una capacità di gestirsi irreali per un classe 2003, confermando così il trend degli ultimi tempi che vede ormai diversi neopro’ non pagare lo scotto della massima categoria ma, al contrario, esser già pronti per recitare parti importanti su palcoscenici prestigiosi. Su quest’ultimi, anche altri due atleti nati nel nuovo millennio come il 7° della generale Cian Uijtdebroeks (chiamato nel 2024 a rimpinguare il nucleo di uomini da corse a tappe della Visma) e il transalpino dell’Arkéa-B&B Hotels Kévin Vauquelin (abile a destreggiarsi tanto in salita quanto sul passo e allo sprint, come dimostrano i tre piazzamenti nei dieci alla Tirreno, in frazioni dal profilo differente) hanno confermato nell’ultima settimana italiana di poter inscenare, in ambiti diversi, ruoli di rilievo grazie a doti che, seppur rimangano da affinare, già adesso gli permettono di competere con uomini ben più navigati di loro.

Con sei under 25 in top ten, due maglie su quattro e tre tappe su sette finite nelle mani di corridori nati non oltre il 1999, anche la Tirreno-Adriatico 2024 dunque si è svolta all’insegna degli esponenti delle nuove generazioni che, con freschezza e fare fin da subito arrembante e famelico, sono riusciti a mettersi in luce in una corsa di primo piano, ambita e, tanto per i percorsi proposti quanto per il meteo (a proposito, i 50 ritiri registrati sono il secondo dato più alto delle ultime venti edizioni), dura, selettiva e molto allenante.

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