25 May 2015

Che bella la carovana!

Siamo saliti sulla Engie fan mobile al seguito della Corsa rosa. Oggi giorno di riposo, domani la Pinzolo – Aprica lunga 174 chilometri (ci saremo!)

Che bella la carovana!

Vi racconto la tappa del Giro d'Italia Marostica - Madonna di Campiglio vissuta a bordo della Engie fan mobile che fa parte della carovana della Corsa rosa (farò anche la prossima frazione Pinzolo – Aprica). Coi ragazzi dello staff mi sono incontrato alla partenza di Marostica: il tempo di ballare per intrattenere il pubblico davanti al foglio firma prima dell'arrivo dei corridori e poi di tutta fretta siamo partiti (le auto degli sponsor devono stare più o meno sempre un'ora avanti rispetto ai ciclisti in gara).

Il compito della carovana fondamentalmente è quello di scaldare il pubblico prima del passaggio dei corridori. Ogni tappa ci sono sei/sette soste da fare in alcune località che la tappa attraversa, i ragazzi scendono dalle macchine e cominciano a ballare, prima di regalare gadget agli spettatori, scambiare parole coi presenti. Infine suona la sirena, si risale in macchina e si riparte verso la prossima meta.

 

Il verdetto di madonna di campiglio

Durante la 15esima tappa abbiamo fatto sei soste prima di fermarci a Madonna di Campiglio, successivamente - mentre loro mangiavano e festeggiavano – c’è stato modo di  seguire la corsa e farsi un quadro generale. La tappa è stata veramente dura con l'Astana che ha fatto un forcing impressionante già sulla penultima ascesa: il passo Daone, che ha costretto Richie Porte e Rigoberto Uran a lasciare le ruote del gruppo e quindi anche i sogni di gloria.

Sulla salita finale, poi, sia Aru che Landa hanno provato ad attaccare Contador che ha sempre risposto brillantemente. Alla fine la vittoria è andata proprio al basco dell'Astana che ha preceduto un sorprendente Yuri Trofimov.

Questa frazione, a mio parere, ci ha mostrato una volta di più che Contador è in formissima, anche se per giudicarlo a trecentosessanta gradi bisognerà vederlo su salite più dure come Mortirolo e Finestre. Aru, in questa tappa. è sembrato averne meno anche del compagno Landa ma potrebbe salire di livello proprio su asperità più complicate, lui fatica sempre a rispondere agli scatti della maglia rosa su pendenze al 6/7%. Però gli torna poi sotto andando del suo passo.

Mikel Landa resta ancora un'incognita, che fosse fortissimo in salita si sapeva, addirittura al primo anno da professionista nel 2011 vinse in solitaria sul traguardo di Lagunas de Neila alla Vuelta a Burgos (la corsa che precede la Vuelta a España, un po' come fa il Giro del Trentino col Giro d'Italia) staccando corridori come Purito Rodriguez, Denis Menchov, Samuel Sanchez e Juanjo Cobo. Il problema fin qui in carriera era la discontinuità nell'arco delle tre settimane che gli aveva impedito di essere competitivo nei grandi giri. Per ora sembra aver fatto il salto di qualità, ma c'è ancora una durissima terza settimana ad aspettarlo.

In questa tappa si sono fatti alcuni bilanci: si è visto cosa succede a fare corsa dura sin dall’inizio, molti corridori che fin qui stavano andando bene sono saltati, mentre fondisti puri come Trofimov, Kruijswijk e Geniez sono stati autori di prove assolutamente superiori alle aspettative e potrebbero crescere ulteriormente in questa ultima settimana.

 

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