21 May 2015

In Giro: Gilbert campione nella pioggia

Il Giro arriva a Vicenza sotto il diluvio, e dalla pioggia emergono le storie dei sei protagonisti che abbiamo scelto, come ogni giorno, per raccontare la storia di questa giornata in Giro.

In giro: gilbert campione nella pioggia

Dopo un inizio di Giro baciato dal sole, la giornataccia di pioggia e freddo prima o poi doveva arrivare, ed è giunta in quel di Vicenza, in una tappa dal disegno splendido che ha finito per mietere alcune vittime, anche tra i grandi. Non c'era il sole nel cielo, ma c'era la luce di un campione come il vincitore Gilbert a illuminare la giornata: il ciclista vallone è uno dei sei protagonisti che abbiamo scelto per oggi, come ogni giorno, per raccontare la storia di questa giornata in Giro.

In testa
I tifosi e gli appassionati tutti lo hanno invocato e stuzzicato, lo hanno atteso con (im)pazienza perchè avere un campione del genere sulle strade del Giro è già un bel regalo, ma il desiderio è sempre che si esibisca in uno dei suoi numeri... e nella giornata più fredda e piovosa, in un Vicenza con un clima da classica del nord, è arrivata la firma di Philippe Gilbert sulla corsa rosa. Una firma d'autorità, come sempre, con una tappa vinta dopo essere stato vicinissimo a perderla, con una progressione talmente imperiosa da aver fatto il vuoto dietro di se'. Una vittoria che non nasce per caso, ma arriva dalla programmazione dell'obiettivo e dalla ricognizione effettuata ancora mesi fa, perchè non è a caso che si muovono i grandi campioni. Grazie del regalo, Philippe.

In coda
Meno due”, si ripetono in tanti in gruppo. Ancora due giorni, e poi sabato arriverà il giorno tanto atteso: la massacrante cronometro di Valdobbiadene destinata a cambiare la storia di questo Giro. A guardarla questa tappa decisiva tutti pensano subito a quanto cambierà la classifica, ma questa cronometro è anche l'appuntamento unico per gli specialisti delle prove contro il tempo: corridori di gran classe destinati a una lenta estinzione con l'inesorabile riduzione delle cronometro nelle grandi corse a tappe. Corridori che questa tappa la vogliono vincere, se ci arrivano. A due giorni dall'appuntamento, oggi la crono perde un outsider importante come il ritirato Stefan Küng, e rischia di salutarne in anticipo un altro come Stef Clement, caduto male e uscito di classifica ma pur sempre giunto al traguardo.

In salita
Alberto Contador sta correndo questo Giro come un predatore: controlla il territorio in gruppo e scatta quando c'è l'occasione di azzannare la preda. Ha avuto una grande abilità “diplomatica” nell'imporre con la sua Tinkoff una corsa tranquilla quando si è ritrovato con una spalla dolorante, ma al contrario ha approfittato immediatamente della giornata no di Fabio Aru per sprintare e prendersi qualche secondo oltre all'abbuono di giornata. Sale leggermente più in alto in classifica, per avere una visuale migliore per il prossimo attacco.

In discesa
La discesa non è mai un esercizio facile nel ciclismo, ma se ci si mette una strada tortuosa come quella di Crosara, un diluvio da autunno inoltrato e una scienza dei materiali che ha portato a mezzi sempre più reattivi e veloci, ecco che il rischio si alza vertiginosamente. Ne sa qualcosa Alexandre Geniez, corridore della FdJ che sull'ascesa di Crosara aveva provato un allungo con decisione, per poi trovarsi letteralmente bloccato in discesa, costretto a sganciare i piedi per bilanciarsi ad ogni curva, sfiorando costantemente l'erba a bordo strada. A riguardarle a posteriori, consci che il francese è rimasto in piedi fino in fondo, le sue immagini risultano quasi una comica, che stasera farà divertire anche lui.
 
In giro
Franco Pellizotti non sarà più il corridore da corse a tappe che è stato negli anni migliori della carriera, ma in questo Giro continua a mostrare la sua presenza con cadenza quasi quotidiana. Perseguitato da problemi cronici di crampi ormai da mesi, il Delfino di Bibione ha stretto i detti pure oggi e si è lanciato all'attacco ancora una volta, dopo il terzo posto di ieri, all'inseguimento di quel trionfo di giornata che renderebbe la sua sofferenza dolcissima. Per ora, però, gli resta soltanto la sofferenza.

In Italia
Tappa disegnata benissimo, questa di Vicenza, con lo scopo dichiarato di pubblicizzare la candidatura della città veneta per i mondiali del 2020. Agli organizzatori della tappa e ai promotori della candidatura vanno fatti grandi complimenti: Vicenza 2020 garantirebbe certamente un percorso spettacolare ed un pubblico appassionato, ma rischierebbe di portare la rassegna iridata in Italia per  la quarta volta in 20 anni. Nello stesso lasso di tempo altre nazioni storiche di questo sport come Belgio, Francia e Svizzera lo hanno ospitato una volta sola, la Gran Bretagna dei miracoli mai, così come a quota zero resterebbero il Sud America e l'Africa (che mai ha ospitato l'appuntamento iridato). Per un appuntamento che dovrebbe essere “mondiale” per definizione, non è una grande agenda.

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