02 October 2002

Longoni Maxime 2001 - Il pregio della qualità a buon prezzo

Longoni Maxime

Il nostro giudizio



Ecco una bici versatile con telaio in alluminio e tubazioni Dedacciai, forcella in carbonio, gruppo Shimano Ultegra e sterzo Cane Creek. Le ruote Cosmos di Mavic garantiscono una buona scorrevolezza



Longoni e il ciclismo: è un matrimonio felice già da qualche anno
, da quando il marchio dei tre rombi colorati comparve per la prima volta sulle maglie della Carrera capitanata allora dal “Diablo” Claudio Chiappucci.
Oggi è inoltre aperto al pubblico, a Cinisello Balsamo (Mi) un punto vendita gestito da personale molto qualificato e specializzato nel bike e fitness: si tratta di un’area di 1200 mq dove è esposta una vasta gamma di prodotti delle migliori marche.
Può darsi che a qualcuno il marchio Longoni faccia venire in mente altre realtà sportive piuttosto che il ciclismo. In passato per costruire biciclette di un certo livello bisognava essere quantomeno degli artigiani, ma con l’avvento dell’alluminio nella composizione dei telai tutto è diventato più semplice.

Longoni è riuscito a proporre al suo pubblico di affezionati una bicicletta di gamma media decisamente stuzzicante per chi vuole cominciare a pedalare su un mezzo affidabile e tecnicamente valido senza spendere un capitale.
Le ruote Cosmos di Mavic possono sorprendere per la loro scorrevolezza e silenziosità; sono coadiuvate anche dai confortevoli copertoncini Axial Pro di Michelin, nella versione da 23 millimetri (durante la prova questi pneumatici sono stati gonfiati a sei atmosfere e mezza).
Il telaio, unitamente alla forcella, è sicuramente rigido e rapido nella risposta alle sollecitazioni durante la marcia e, come tutti i telai in alluminio che non eccedano in leggerezza, si fa apprezzare parecchio durante i fuori sella in salita.
La scala dei rapporti posteriori è 25/23/21/19/17/15/14/13/12,: per la verità potrebbe sembrare poco graduale e non facile da usare senza rischiare di “piantarsi”, soprattutto utilizzando il 53 davanti.
La geometria del telaio è sembrata piuttosto classica e in grado, quindi, di soddisfare nel migliore dei modi qualsiasi ciclista dotato di misure antropometriche nella norma.

Le nostre conclusioni

La risposta all’esame pratico è stata più che positiva e la Maxime si può classificare tranquillamente tra quelle bici adatte a qualsiasi utilizzo, dalle passeggiate domenicali alle granfondo.
La grafica indovinata ed i pregevoli accostamenti cromatici di giallo, nero e bianco le donano l’aggressività tipica delle specialissime da competizione. La possibilità, inoltre, di poter usufruire di un punto riconosciuto di assistenza va tenuto in alta considerazione al momento dell’acquisto.

Il telaio


Il piantone verticale del Maxime 2001, se escludiamo il cannotto di sterzo, è l’unico elemento che conserva una classica sezione circolare con un diametro costante, dall’innesto col cannotto reggisella a quello con la scatola di sterzo, di 32 millimetri. L’orizzontale parte dal tubo di sterzo (che nella Maxime è di tipo integrato), e presenta una tipica forma geoidale, l’unica che permette di migliorare la leggerezza tramite l’individuazione di porzioni di tubo in cui è possibile ridurre gli spessori. Con l’asse principale rivolto verso l’alto, e un’accentuata sagomatura a goccia con la “pancia” rivolta verso il basso, il tubo si allunga con una misura uniforme di 41mm. L’orizzontale è in grado di irrigidire l’intera struttura in un punto in cui è importante ridurre al minimo le forze di torsione: al centro lo spessore è di 0,9 millimetri ma alle estremità arriva a 1,3 millimetri. L’obliquo è il tubo più vistoso e presenta, a differenza di un tubo tradizionale, una sezione di forma e dimensioni variabili con un marcato profilo a goccia nella parte anteriore e centrale capace di garantire un’ottima resistenza alla flessione e alla torsione. Le medesime reazioni sono state prese in considerazione anche nella particolare disposizione del megatubo nel punto di contatto con la scatola del movimento, è la parte del telaio maggiormente sollecitata dalla forza del ciclista sulla pedivella.

La forma “a pera”, con sezione verticale di 58 millimetri, acquisisce in prossimità del movimento una forma schiacciata con sezione orizzontale di 50 millimetri, che va ad abbracciare quasi da parte a parte l’intera scatola del movimento; si tratta di una soluzione che non è nuova e che è volta ad incrementare in misura consistente la rigidità del telaio proprio in quel punto.

Sul carro posteriore troviamo foderi verticali uniti al tubo piantone da un abbondante riporto di saldatura volutamente proposto per realizzare una struttura tipicamente definita a “monostay”. I foderi verticali presentano una forma conica che parte dai 21 millimetri della parte alta per arrivare ai 15 mm nella zona d’incontro con i forcellini, i quali mantengono uno spessore costante di un millimetro. I foderi bassi, viceversa, presentano una tipica sezione alare a profilo costante, con la parte centrale, quella più alta, che misura 31 mm. Il tubo di sterzo, poi, nell’aggiornata sezione da un pollice e un ottavo con calotte integrate contribuisce ad aumentare un’indiscussa eleganza, garantita dalla continuità di linee tra cannotto di sterzo e forcella e da una verniciatura decisamente sobria, nei colori perla e giallo.

Forcella e comp.


Le ruote sono Cosmos di Mavic, leggere e di buone prestazioni su strada, montate con cerchi SUP in lega di alluminio anodizzata nero/blu; presentano fianchi di frenata rettificati UB control, mozzi con scorrimento su cuscinetti anulari con cartuccia sigillata, 24 raggi all’anteriore e 28 al posteriore.
La raggiatura anteriore è radiale, mentre quella posteriore è incrociata in terza.
Tra i componenti che non fanno parte del gruppo val la pena di menzionare il cannotto reggisella di Sel.Cof, modello Cnc Aero 62 F, realizzato da barra in lega speciale d’alluminio classe 7075 ergal e sottoposto poi a trattamento termico T 6.
La sella è una Bontrager con inserto centrale in gel e scritte no slip Longoni.
I pedali sono i Look 206.

Scheda tecnica

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