05 January 2014

Matteo Renzi e la bici

Nel suo programma elettorale si puntava alla valorizzazione della bicicletta come possibilità reale di mobilità alternativa. Ma a Firenze ha fatto poco. Forza con questo cambiamento!

Matteo renzi e la bici

Il neo segretario del Pd si è presentato ieri alla riunione di segreteria del partito, indetta fuori sede nella città del Giglio, in bicicletta. Una singlespeed con vecchio telaio in acciaio, molto di tendenza, verniciata in blu. In altre occasioni Renzi si è presentato in bicicletta. Va di moda. Ma cosa ha fatto, concretamente, Renzi a Firenze per la bici? Nel suo programma elettorale si puntava alla valorizzazione della bicicletta come possibilità reale di mobilità alternativa. Si faranno, c’era scritto, bike sharing e rastrelliere: su uno siamo al niente, sulle altre a poco, dicono i fiorentini. “A posto” le piste? Poca roba, qualche aggiustamento al manto stradale più che altro a seguito del Mondiale dello scorso settembre. Eppure a Firenze sono in aumento i già 30 mila che pedalano “fai da te”. Potrebbero crescere ancora di più se molti non avessero paura del caos o di farsi male appena usciti dalla Ztl. Le piste ciclabili sono 60 chilometri, in realtà assai meno reali e utilizzabili. Il Patto Renziciclisti prevedeva cartelli stradali riordinati: solito niente. Sempre nel Patto, Renzi si era impegnato a spendere per la bicicletta 5 euro l’anno per abitante, è grassa se si arriva oltre i due milioni in due anni e mezzo. Il sindaco aveva concordato di rafforzare l’ufficio biciclette: lo ha eliminato. Un’altra promessa fondamentale era stata di rafforzare i collegamenti periferie centro: niente

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