"Durante la pandemia ho riscoperto l'amore per la bici e poi... ho contagiato tutta la famiglia"

L'esperienza di Paola e del suo "contagio virtuoso": una passione per la bicicletta ritrovata per salvarsi dalle difficoltà legate al Covid-19, e trasmessa anche a marito e figli

La bicicletta ha sempre fatto parte della mia vita. Ne ho sempre avuta una in cantina o nel box, pronta a portarmi dove volevo andare. Distanze brevi, pensata come un piacevole mezzo di servizio più che come attività ludica e men che meno come sport.

Invece la pandemia ha ribaltato tutto: certezze, abitudini, ritmi e rapporti tra persone. Un disastro che ha minato la salute mentale di molti e che avrebbe minato anche la mia… se non avessi cominciato a pedalare!

Paola B. Caselli durante una delle sue uscite in bici

Complice un’amica di vecchia data, ho iniziato con lei a fare qualche giro nei dintorni di casa, vicino a Milano: Parco Nord, Parco Di Monza, Canale Villoresi, Naviglio Martesana. Prima solo al sabato, poi anche la domenica e ora pure in settimana, dall’alba fino all’ora di iniziare lo smart working.

Gli evidenti benefici fisici e psicologici non sono passati inosservati in famiglia, tanto da aver fatto incuriosire marito e due figli adolescenti. La loro curiosità e il mio entusiasmo hanno generato quello che io chiamo “contagio virtuoso” e poco alla volta abbiamo rinnovato la nostra scuderia a due ruote.

Per prima è arrivata una MTB bi-ammortizzata, poi una bici da trekking basic, dopo una bici da trekking ammortizzata e con i freni a disco e ora stiamo attivamente cercando un’altra trekking che consenta al "capofamiglia" di percorrere tanti chilometri ad una velocità sostenuta.

Il contagio non ha avuto lo stesso effetto su tutti i "pazienti": malattia leggera per i più giovani, passione sfrenata per il mio compagno, che sfrutta ogni momento libero per saltare in sella.

La mia fedele city bike, che mi ha portata in giro per 2400 chilometri in 6 mesi da ottobre ad aprile, ora si sta riposando. La decana verrà utilizzata per le commissioni qui in zona; al suo posto ora c’è una fiammante bicicletta in alluminio, leggera e maneggevole, scattante e affidabile, con la quale ho scoperto un modo diverso di spostarmi, più efficiente e soddisfacente.

Quando apro il box e vedo il parco bici mi scappa sempre un sorriso. Il saluto più affettuoso però e per la cara, non vecchia bicicletta dalla quale tutto è iniziato.

Le biciclette durante un'uscita serale al Castello Sforzesco di Milano

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