di DaBike
27 December 2023

In arrivo il nuovo protocollo UCI per proteggere gli atleti dalle alte temperature

L'aumento globale delle temperature ha portato l’Unione Ciclistica Internazionale a presentare il nuovo protocollo per tutelare i corridori in quelle competizioni dove condizioni estreme del clima potrebbero mettere in pericolo la salute del ciclista e lo svolgimento dell’evento

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Le temperature, è stranoto, sono in globale aumento e a confermarlo, non sono solo i dati dell’OMM (Organizzazione Meteorologica Mondiale) che hanno fatto registrare il 2023 come l’anno più caldo in assoluto, ma anche le giornate tipicamente primaverili di questo fine dicembre. Una situazione che ha portato l’UCI a presentare il nuovo Protocollo Alte Temperature (New High Temperature Protocol), che verrà reso effettivo durante la prossima riunione del consiglio direttivo prevista per fine gennaio 2024. Il Protocollo Alte Temperature va ad integrare l’Extreme Weather Protocol, introdotto per tutelare i corridori in quelle competizioni dove condizioni di freddo estremo, pioggia o neve potrebbero mettere in pericolo la salute del ciclista e lo svolgimento dell’evento. Per entrambe le situazioni, la decisione in merito spetta ad un gruppo di lavoro formato da membri UCI, organizzatori dell’evento e la CPA, il sindacato Associazione Corridori Professionisti, capeggiato dall’ex corridore professionista Adam Hansen che abbiamo visto intervenire ad esempio durante la tappa di Crans Montana al Giro 2023, la quale per via del maltempo è stata ridotta nel chilometraggio.

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Soprattutto prima di una gara, si vedono sempre più ciclisti pro indossare gilet con inserti contenenti ghiaccio o gel refrigerante che mantengono costante o abbassano la temperatura corporea.

Come ha dichiarato l’Unione Ciclistica Internazionale lo scopo del Protocollo “sarà quello di fornire una valutazione oggettiva dell’ambiente – basata sui dati di temperatura e umidità relativa pubblicati in tempo reale dalle stazioni meteorologiche – e proporre misure da adottare da parte di organizzatori e squadre per ridurre il rischio di incidenti legati al caldo. Tali raccomandazioni potrebbero essere, ad esempio, lo spostamento delle zone di partenza in aree ombreggiate, la fornitura di bevande fredde e ghiaccio tritato alle squadre durante la gara, l’aumento del numero di motociclette per il rifornimento, la modifica dell’orario di partenza o potenzialmente la neutralizzazione di sezioni della gara”.

Una decisione pensata per venire incontro ad uno sport di endurance praticato all’aria aperta e svolto in qualsiasi condizione meteorologica, a cui già le aziende specializzate nella produzione di abbigliamento tecnico da diversi anni rispondono con capi sempre più funzionali . Scelte di particolari tessuti volte a favorire la dispersione del calore (la cosiddetta tecnica del Body Mapping), i colori stessi utilizzati nelle divise frutto non solo del marketing ma di uno studio sulla rifrazione dei raggi solari, i sempre più frequenti sacchetti di ghiaccio inseriti nelle magliette dai ciclisti durante lo svolgimento della tappa e gli Ice Vest, quei particolari gilet a quadrettoni contenenti ghiaccio indossati pre e post tappa, i quali favoriscono a mantenere bassa la temperatura corporea dei ciclisti.

Il mitico scambio della borraccia tra Coppi e Gino Bartali. L'episodio, immortalato da un fotografo Carlo Martini durante l'ascesa al Colle del Galibier al Tour del 1952, è passato alla storia come un gesto di fair-play, in realtà pare sia stato "forzato".

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