Giro d’Italia: Napoli incorona Thomas De Gendt

Sul traguardo partenopeo dell’ottava tappa, il belga ha preceduto Davide Gabburo e Jorge Arcas, compagni di una fuga iniziata subito dopo il via da Mathieu Van der Poel, vero protagonista di giornata. Lo spagnolo Lopez Perez conserva la Maglia Rosa, alla vigilia di una frazione molto impegnativa

(foto LaPresse)

È il belga Thomas De Gendt ad alzare le braccia sotto il cielo di Napoli, che ha ospitato partenza e arrivo dell’ottava tappa del Giro d'Italia. Una frazione point to point di 153 chilometri, che ha premiato il coraggio di una ventina di coraggiosi, partiti allo sbaraglio: magari ci vediamo all’arrivo. Sarà così. Del resto, il percorso - tappa breve, profilo nervosetto - invitava all’avventura. E si poteva anche ipotizzare che il gruppo avrebbe lasciato fare, un po’ per smaltire la scoppola di ieri e un po’ per conservarsi in vista della tappa di domani (altra scoppola in programma).

A prima vista, insomma, una tappa non impossibile. Questo, a prima vista. Perché è sufficiente guardare l’altimetria del percorso per capire che si tratta di un elettrocardiogramma: fatti i primi cinquanta chilometri, tutto diventa un continuo su e giù. E nel circuito di Bacoli - lungo 19 chilometri e da affrontare quattro volte, con il Monte di Procida (1,8 km al 6,8%) punto clou dell’anello - non c’è un metro di pianura. Dislivelli modesti, è vero; ma continui, reiterati e insistenti. Alla fine fanno quasi duemila metri di gap. Insomma, non è una tappa da pisolino postprandiale semifestivo.

(foto LaPresse)

Van der Poel subito all’attacco

Pronti, via. E vanno via davvero: Mathieu Van der Poel, l’olandese volante, non fa pretattica e allunga subito. Al comando. Da solo. Che andasse via una fuga, era prevedibile; di solito è opera di corridori di secondo piano. Ma che King Mathieu sconvolgesse ogni teoria di ciclismo applicato sparigliando le previsioni di tutti, ha colto chiunque di sorpresa: non sarà un sabato normale.

Per quanto bionico, è ovvio che MDVP non può farsi tutta la tappa in fuga solitaria: si sarebbe sciolto da solo con i chilometri. Ma quando c’è TurboMathieu di mezzo, la prudenza non è mai troppa e quindi i venti coraggiosi di cui sopra vanno a riprenderlo subito. Ne esce fuori una fuga ben assortita, con nomi di rilievo, tra cui Andrea Vendrame, Biniam Girmay, Thomas De Gendt, Harm Vanhoucke e il nostro Diego Ulissi. Con loro, diversi altri impavidi in grado di reggere la distanza, veri cammelli da traversata del deserto. I chilometri diranno se potranno giocarsela o se dovranno obbedire a ordini di squadra, perché il percorso è ricco di insidie e per Juan Pedro Lopez, in Maglia Rosa, questo tentativo potrebbe degenerare in un’imboscata da lasciarci le penne (cioè la vetta della classifica).

Così la Trek organizza la difesa e tiene la fuga a un paio di minuti (e rotti), perché davanti c’è anche Guillaume Martin, che ha un ritardo di quattro minuti da Lopez e inizia a sentire un lontano profumo di Rosa (non il fiore).

I fuggitivi però ci credono, per quanto in compagnia di Van der Poel, che ci crede più di tutti e non si risparmia. Il tracciato, inoltre, ci mette del suo: strade strette e tortuose, curve e strettoie, salite e discese. Un palcoscenico ideale per gli impavidi del pedale. Un vero ottovolante che si snoda, sempre e senza interruzione, tra due ali di folla festante. Uno spettacolo nello spettacolo. La Campania, terra di cuore. Napoli, città del sole. Il Golfo che ti abbraccia. Mare infinito e faraglioni più forti del tempo. Ovvio che poi ti viene la napolitudine, la “smania ’e turnà”.

(foto LaPresse)

Rimangono in nove

Sulla salita di Lago Lucrino inizia (cioè: continua) lo show di Van der Poel, che sfalda il gruppo dei fuggitivi con una rasoiata improvvisa e violenta. Di nuovo solo al comando. Per poco, però: Biniam Girmay, Mauro Schmid e Wout Poels riescono a tornargli a ruota. 44 km all’arrivo, tanti su un

percorso che non molla un attimo. Arrivano anche De Gendt, Vanhoucke, Arcas, Ravanelli e Gabburo. Che contrattaccano. VDP cerca aiuto per chiudere, Girmay declina e patatrac: andati.

Simone Ravanelli mollerà dopo poco. Il gruppone, invece, ha già mollato da mo’: è a oltre quattro minuti e la Trek ha il suo daffare per tenere la Maglia. Una corsa nella corsa. Da qualunque parte lo guardi, il Giro non ti annoia mai.

Van der Poel, eroe degli eroi, cerca di recuperare l’impossibile. E quasi gli riesce: l’aggancio sfuma per soli 9 secondi. Non c’è più tempo, i quattro sono sul lungomare di Napoli: De Vanhoucke lancia De Gendt che ringrazia e precede Davide Gabburo e Jorge Arcas. Fuga da applausi. Fuga per la vittoria.

Guillaume Martin, nono all’arrivo, non ce la fa a conquistare la Maglia. Ma in classifica generale decolla dal 28° posto di stamattina al 4° di stasera. Lopez Perez, che conserva il primato, ora ha un pretendente in più. Brutta rogna alla vigilia di una tappa come quella di domani, che chiude la prima settimana del Giro.

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Domani, tappa difficile

Domani si va dal Molise in Abruzzo, da Isernia al Blockhaus, in 191 km. Tappa lunga e velenosa con un inizio impegnativo: tre GPM nei primi quaranta chilometri. Il primo è di terza categoria; a seguire, due ascese di seconda. Poi, il Passo Lanciano, non impossibile ma molto lungo. Infine, l’assalto al Blockhaus, questo sì rognoso, con il traguardo in vetta. In bocca al lupo, ragazzi.

(foto LaPresse)

Situazione dopo l'ottava tappa Napoli-Napoli (Procida Capitale Italiana della Cultura)

Ordine di arrivo

1. Thomas De Gendt (Lotto Soudal) 3h23’53”

2. Davide Gabburo (Bardiani-CSF-Faizanè) s.t.

3. Jorge Arcas (Movistar) s.t.

4. Harm Vanhoucke (Lotto Soudal) +04″

5. Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert) +15″

6. Mauro Schmid (Quick-Step Alpha Vinyl) s.t.

7. Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) s.t.

8. Wout Poels (Bahrain-Victorious) +33″

9. Guillaume Martin (Cofidis) s.t.

10. Fabio Felline (Astana Qazaqstan) +2’56”

Classifica generale

1. Juan Pedro Lopez Perez 32:15:31 00:00

2. Lennard Kämna 32:16:09 00:38

3. Rein Taaramäe 32:16:29 00:58

4. Guillaume Martin 32:16:37 01:06

5. Simon Philip Yates 32:17:13 01:42

6. Mauri Vansevenant 32:17:18 01:47

7. Wilco Kelderman 32:17:26 01:55

8. Joao Pedro Almeida 32:17:29 01:58

9. Pello Bilbao 32:17:31 02:00

10. Richie Porte 32:17:35 02:04

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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