GranGuanche Audax, la ultracycling gravel dove si corre contro i traghetti

Uno degli arcipelaghi più spettacolari al mondo è il teatro di questo evento di ultracycling non supportato che attraversa sei isole diverse e oltre a pedalare richiede inevitabilmente l'uso dei traghetti. Per chi riesce a prenderli...

Il percorso della GranGuanche attraversa un'incredibile diversità di paesaggi, molti dei quali ricordano gli ambienti lunari (foto Matteo Minelli / GranGuanche)

Le due caratteristiche principali sono un percorso altamente spettacolare, che si svolge in cinque isole diverse delle Canarie, e il fatto che il tempo limite tra ogni tratto "terrestre" è scandito dalla partenza dei traghetti per l'isola successiva. E' un evento (meglio non chiamarlo gara) di unsupported ultracycling unico nel suo genere la GranGuanche Audax, che nella versione gravel (c'è anche trail running e road) partirà stasera alle 22 e vede tra i partecipanti anche la squadra di Enough cycling, con il suo uomo di punta Mattia De Marchi.

Il nome GranGuanche deriva dai guanci (o guanches in spagnolo), ovvero i primi abitanti delle Isole Canarie, di origine protoberbera, la cui cultura è stata spazzata via dall'arrivo degli europei nel Medioevo.

Mentre il termine Audax è latino e indica audace, in riferimento alle gare di endurance dove si pedalava in gruppo dandosi un tempo limite, come in questa ultra dove i cancelli orari sono vincolati ai traghetti. E chi arriva tardi è costretto ad aspettare il traghetto successivo, che magari passa 12 o 24 ore dopo. A differenza delle normali adventure ultracycling, qui non è proibito pedalare in gruppo e perfino in scia, per volare insieme fino al traghetto successivo.

Oltre a quello iniziale da La Graciosa (tappa 0), il percorso tocca 5 isole e prevede 4 traghetti da prendere... per chi riuscirà ad arrivare in tempo (mappa dal sito ufficiale GranGuanche.com)

(foto Matteo Minelli / GranGuanche)

Lo scenario è spettacolare, come sa bene chi è stato in questo arcipelago spagnolo situato al largo della costa marocchina, alla stessa latitudine della Florida o della Hawaii. E' un concentrato di ambienti diversi: dalle spiagge immense alle cime innevate, dai canyon alle distese di terra lavica, dalle foreste pluviali ai boschi di pini, "questo arcipelago - come si legge sul sito ufficiale della gara - sembra ospitare ogn angolo del pianeta, e anche alcuni panorami che sembrano extraterrestri".

Ma se la bellezza incanterà certamente tutti i partecipanti, chi vuole stare in testa e battere sul tempo i traghetti dovrà scegliere la tattica giusta, perché la logistica è forse la più importante incognita, al di là dei 700 km totali, dei 16 mila metri di dislivello e dello sterrato impietoso che copre il 70% della traccia. Basti pensare che per regolamento la dimensione minima ammessa dei copertoni è 40 mm (e quella consigliata è 50 mm).

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(foto Matteo Minelli / GranGuanche)

Il percorso segue la traccia della GranGuanche Gravel route da Lanzarote a El Hierro (ecludendo la Graciosa), anche se con alcune piccole differenze. Si parte con una tappa di "riscaldamento" dall'isola La Graciosa con le sue spiagge bianche e le sue dune. Poi si prende il primo traghetto per Lanzarote, dove di fatto inzia la gara a tutti gli effetti con un tragitto che attraversa tutta l'isola da nord di Orzola fino a Playa Blanca a sud in 110 km e 2000m d+. Il secondo traghetto porta a Fuerteventura dove i gravellisti dovranno affrontare 160 km e 2300 metri di dislivello, passando dalle spiagge della costa settentrionale al deserto roccioso del Tyndaya. Si passerà anche nello storico villaggio di Bentancuria, che con la sua architettura coloniale è il più antico insediamento spagnolo nell'arcipelago.

La navigazione successiva porta a Las Palmas, sull'isola Gran Canaria. Qui in 140 km e 3950 metri di dislivello si attraverseranno borghi pittoreschi e resti archeologici di insedamenti aborigeni, dove il paesaggio è denso di montagne sacre che fanno oggi parte del patrimonio mondiale dell'Unesco. La quinta tappa è Tenerife, con il suo vulcano, che è anche il monte più alto della Spagna, El Pico de Teide. La geografia dell'isola si farà sentire: qui bisogna macinare 4600 metri di dislivello in 170 km. Infine si approda nell'isola più piccola, quella di El Hierro, per la tappa finale di 120 km con 3900m d+.

Mattia De Marchi in ricognizione sull'isola mentre si prepara alla partenza (foto Enough Cycling)

Anche Enough correrà a caccia del posto sul traghetto

A prendere il via tra i partecipanti a questa edizione ci saranno anche sei membri del collettivo Enoguh Cycling, che appena scesi dall'aereo hanno commentato sui social: "Siamo appena atterrati sulla luna!". Enough è una realtà italiana magmatica e incandescente (e questi aggettivi calzano a pennello tra gli scenari lavici delle Canarie), non solo perché alcuni dei suoi componenti si sono fatti distinguere in molte gare (e non) del palcoscenico gravel contemporaneo, ma perché hanno un innovativo stile comuinicativo, come abbiamo visto qualche giorno fa in occasione del lancio del dream build video della loro nuova bicicletta 3T personalizzata.

L'uomo di punta del collettivo è il vorace Mattia De Marchi, un ex pro che si è lasciato alle spalle il mondo vincolato del ciclismo professionistico per seguire solo il suo amore per le due ruote, ed è tanto monogamo nei confronti della bicicletta ("Una bici è abbastanza per essere felici", ripete sempre) quanto libertino con ogni forma di avventura, dalle ultra alle gravel più aggressive. Ancora meglio se sono ultra, gravel e bikepacking insieme, per un condensato di avventura, come questa GranGuanche che si appresta a iniziare.

"Si riparte con gli eventi, quelli belli. - dice De Marchi - Dove si pedala di giorno di notte, si dorme dove capita, si scoprono posti nuovi. Ci sarà la novità dei traghetti da prendere tra un’isola e l’altra: sarà divertente provare a prenderli! Hola".

Per seguire la corsa dei ciclisti di Enough ecco il livetrack.

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Il team di Enough è presente alle Canarie con 8 membri del team, dei quali 6 partecipano alla corsa (foto Enough Cycling)

Nello spirito di condivisione che caratterizza Enough, la squadra ha reso pubblico per tutti gli appassionati il setup che contraddistingue questa partecipazione. Ecco la descrizione sul loro sito ufficiale: "Partiamo con setup e in modalità un po’ diverse, ma quasi tutti avremo ruote Rapid Red Carbon con copertoni Pirelli Cinturato M 700x40C, con la scelta di rapporti più leggera possibile per il nostro Campagnolo Ekar: 38 davanti e 10-44 dietro."

"Avremo tutti - continuano i ragazzi e le ragazze di Enough - una borsa MissGrape Internode e una Cluster 7, impermeabile e bella compatta. Davanti due bud per le cose essenziali e poi dovrebbe bastare così, perché porteremo proprio l’essenziale per dormire: niente sacco a pelo, ma bivy e copertina di emergenza. Mattia, Manuel e Asja sono pronti per la classifica individuale, così come Fede Damiani che però dice di voler fare “degli esperimenti”, mentre Frank e Fede Bassis formeranno una coppia da cui ci aspettiamo molto. Molto di cosa non sappiamo. Però molto".

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