La nostra pedalata tra ghiaccio e fango alla Gravelness69

Il freddo della domenica mattina non ha fermato Pier e Jonathan, che hanno voluto mettersi alla prova partecipando all'evento non competitivo Gravelness69 per esplorare la zona rurale a nord-ovest di Milano, verso il Ticino.

Pier: Sveglia presto, dormito poco (l’invito a cena della sera precedente non ci voleva, si esagera sempre quando si è in buona compagnia…). Poi una discreta colazione “calorica”, per combattere i chilometri da percorrere sui pedali, ma soprattutto per non soffrire troppo il freddo di questa gelida mattina di gennaio. Messa la bicicletta in auto si parte per Pogliano Milanese per la Gravelness69 canal paddy la prima pedalata di gruppo dell’anno mi aspetta e con me ci sarà Jonathan, amico che, dopo aver superato i 100 kg di peso, ha deciso di ritrovare forma e salute con lo sport, ed è riuscito a perdere quasi 30 kg. Oggi è alla sua prima vera uscita gravel in questo mondo di pedalatori un po' filosofi e po' “scannellatori”.

Jonathan: Per me è la prima gravellata con traccia da seguire, invece Pier - il mio allenatore all'Officina della Corsa - ne ha già fatte tante. La mattina è davvero gelida a Pogliano, troviamo ad accoglierci quello che è non solo un mio collega ma anche un amico, Demis di Hop Cycle, che al controllo green pass ci dà le direttive per la registrazione: tutto avviene molto velocemente, la voglia di pedalare è tanta...

La Gravelness69 giunta alla quarta edizione, dato che nel 2021 non si è corsa causa pandemia, è organizzata dal gruppo di Hop Cycle, ciclofficina ma anche beer & coffè shop che ha sede proprio a Pogliano Milanese. La Gravelness69 è una pedalata non competitiva che propone due percorsi: 69 miglia (circa 110 km) e 50 miglia (circa 80 km), scaricando la traccia GPX da Komoot, si parte a Ovest della città Metropolitana di Milano attraverso strade bianche e seguendo il corso di 1 fiume (il Ticino) e di 4 canali, ma anche tratturi, piste ciclabili e il profumo di vita agreste. I percorsi sono privi di assistenza, obbligatorio casco e prestare molta attenzione sulle strade asfaltate perché aperte al traffico; partenza alla “francese”(intervalli regolari 30/40 sec.). Parcheggio ampio e comodo ad accoglierci, ben gestito dal gruppo di volontari di Hop Cycle, scaricate le biciclette, molte Gravel, tante MTB ed anche qualche FatBike, veloce lumatina ai mezzi meccanici degli altri partecipanti, tipico del ciclista, si parte felici di pedalare vista la temperatura percepita.

Si parte pedalando sul ghiaccio

Poche chiacchiere e menare, ci si deve scaldare! Prendiamo un po' le misure, tanti ci sorpassano a bomba,partiti da 10 minuti,altri li si supera e ci si scambia i primi saluti. Tutto intorno sono prati bianchi ed il ghiaccio fa uno strano rumore sotto le nostre ruote, come le patatine che si spezzano mentre sorseggiamo un aperitivo… Malgrado questo, il percorso è completamente piatto e le difficoltà sono basse, se non fosse per il ghiaccio sarebbero nulle; si formano i vari gruppetti, chi mena forte e scompare in un lampo e chi vuole cogliere il gusto di pedalare in natura, assaporando rumori e profumi. Poco asfalto, tanta campagna, cielo blu Lombardia, quello che a chi vive in città a volte è negato. La natura che ci circonda è come la volevamo, cruda e un po' selvaggia, le pozzanghere ghiacciate ti fanno paura ma ci passi a filo per avere un po' più di adrenalina.

Attraverso le campagne

Si passa da Abbiategrasso sfiorando i caratteristici portici, ma passando davanti al Castello Visconteo, si prosegue per Morimondo e si giunge al cospetto della splendida Abbazia Cistercense. Effettuiamo la prima ed unica vera sosta e quando riprendiamo, un po' "freddati", dobbiamo cercare di scaldarci rapidamente. Qui i percorsi si dividono: la traccia del percorso lungo prosegue per Vigevano, il salotto milanese con la Piazza Ducale gelosamente conservata e poi via si pedala nel parco del Ticino risalendo attraverso la sponde del fiume in terra piemontese, ritornando in Lombardia nei pressi di Turbigo, dopo Nosate si prende il canale Villoresi, e via, sempre più vicini al traguardo. La traccia del percorso corto, per il ritorno, riprende la campagna, attraverso il Parco del Ticino tra i tratturi, i boschi e lungo i canali, con sempre poco asfalto. Uomini e donne che pedalano immersi nella natura, foglie morte al suolo alberi a proteggere il passaggio, tutti col massimo rispetto e attenzione per quello che ci circonda, felici di farne parte. Nel frattempo è uscito uno splendido sole, quindi il ghiaccio inizia a scioglersi e dove sono passati quelli davanti si forma quel fango che ci gasa: bici di traverso, rischio caduta ma rimaniamo in piedi. Ormai ci siamo, mancano gli ultimi 20km e non c'è ne siamo neanche accorti, gli ultimi belli scorrevoli dentro ai boschi per rientrare a Pogliano. Sbucando da una fitta boscaglia ci si rende conto di esser già arrivati, che peccato! E' finita forse troppo presto, del resto abbiamo scelto e pedalato lungo il percorso di 50 miglia, 80 km, percorso privo di difficoltà e malgrado il gelo del primo mattino è stato puro divertimento.

Pier: una nota merita quello che è stato il mio compagno in questa pedalata, Jonathan, innamorato della biciclette, alla Gravelness69 il suo debutto dove ha saputo pedalare, soffrire e gioire ad ogni colpo di pedale, anche se forse come disse, esprimendo le sue impressioni il vincitore del primo Giro d’Italia nel 1909, Luigi “Luisin” Ganna: “l’è che el me brùsa tanto el cù!". Inconvenienti da ciclista per questa Gravel Ice&Mud.

Jonathan: è stata una bellissima gravellata da rifare magari con un po' meno freddo. La traccia lunga, da 111 km è già stata salvata e sarà da fare magari in compagnia degli amici di ciclismo.it Hope cycle e Officina della Corsa. Ma per ora "Le nostre facce dicono tutto".

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