A stretto Giro: sovrapposizioni - tappa 2

Quello di Oropa è il profilo di una salita che, quando evocato, riporta inevitabilmente il pensiero e la memoria al nome di Marco Pantani. Il “Pirata”, sulla salita biellese, ha scritto una delle pagine più memorabili della storia del ciclismo andando a conquistare, grazie a un’incredibile rimonta compiuta in maglia rosa, dopo esser rimasto appiedato da un salto di catena a 8,5 km dalla vetta. Ieri, grazie a Tadej Pogačar, abbiamo "rivisto" la tappa del 30 maggio 1999. Daniel Felipe Martinez (BORA-Hansgrohe) e Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) hanno chiuso a 27", in compagnia di Lorenzo Fortunato (Astana Qazaqstan) e del giovane Florian Lipowitz (BORA-Hansgrohe)

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Nominare, pedalare, percorrere e visitare questa asperità oggi, dunque, porta a rievocare in maniera spontanea quel gesto e quelle immagini e spinge la mente a creare una, più o meno inconscia, sovrapposizione con quelle attuali. Questo “gioco” mentale di intrecci tra passato e presente, ha portato ieri, in molti frangenti, le figure di Pogačar e Pantani a sovrapporsi l’una sull’altra in maniera incredibilmente precisa. Di mezzo, bisogna ammetterlo, si è messo il destino con quell’imprevisto (la foratura con caduta annessa ai -12 occorse allo sloveno) che ha immediatamente rimandato a quello capitato al campione romagnolo 25 anni prima. Da lì, ieri come nel 1999, il copione ha seguito una trama pressoché identica: l’inseguimento compiuto sulla scia dei compagni di squadra, l’allungo per scrollarsi di dosso avversari e malasorte, la progressione per non mancare l’appuntamento con la storia e le pedalate date fin oltre la linea del traguardo per non perdere nemmeno un secondo (161 km in 3h54'20", media di 41.223 km/h). Solo in due aspetti, entrambi molto evidenti, i due si sono differenziati: la presa sul manubrio (alta e sulle leve quella di Pogacar, bassa sulle corna quella di Pantani) e l’esultanza (il “Pirata” non credeva di aver vinto e evitò qualsiasi manifestazione di giubilo, Pogacar invece sapeva che quello di ieri era il suo primo trionfo al Giro e, dopo qualche metro, ha alzato gioioso le braccia al cielo). Per il resto, tutti e due, a distanza di due decenni e mezzo, a Oropa, hanno dato la stessa impressione: quella di essere irresistibili, implacabili, inavvicinabili, impossibili da seguire per gli avversari di turno. Ne ha dato una chiara dimostrazione ieri Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale) il quale, come il coraggioso Pellizzari il giorno prima, non ha voluto arrendersi all’ineluttabile provando caparbiamente a tener botta allo sloveno prima di rimbalzare brutalmente all’indietro. I rivali per la vittoria finale, dunque, hanno dovuto inchinarsi al fulgido talento di un Pogačar che correva per riscattare il terzo posto del giorno precedente, prendersi la vittoria (l’8ª stagionale su 12 giorni di corsa) e la maglia rosa sfumata 24 ore prima ed entrare così nel club dei vincitori di tappa in tutti e tre i Grandi Giri.

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Per loro fortuna (o, meglio dire, merito) però, l’exploit del nativo di Komenda non ha chiuso assolutamente i conti per quanto riguarda la generale: quella missione potrà essere completata eventualmente nelle prossime frazioni visto che il terreno a lui favorevole e soprattutto il tempo non mancano. E, a proposito di tempo e sovrapposizioni, guardando ai fatti della prima domenica ciclistica di maggio un’altra considerazione merita spazio: la contemporaneità dell’impresa di “Pogi” al Giro con lo svolgimento di una delle corse più affascinanti del panorama internazionale come la Tro-Bro Leon (con una partecipazione a livello di nomi chiaramente rimaneggiata) ormai va considerata alla stregua di una pugnalata al cuore e agli occhi degli appassionati di ciclismo…perché obbligarli a scegliere? Perché costringerli a rinunciare all’una piuttosto che all’altra? Perché quindi, e il quesito è rivolto alle alte sfere, non sedersi a un tavolo e provare ad anticipare la tanto attesa riforma dei calendari programmata per il 2026? In fondo ne guadagneremmo tutti, ciclismo in primis.

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Le maglie della giornata

  • Maglia Rosa, leader della Classifica Generale - Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
  • Maglia Ciclamino, leader della Classifica a Punti - Filippo Fiorelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè)
  • Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna - Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
  • Maglia Bianca, leader della Classifica Giovani, nati dopo il 01/01/1999 - Cian Uijtdebroeks (Team Visma | Lease a Bike)
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