La ciclovia VENTO si arricchisce di due nuove tratte

Dalla Regione Lombardia sono stati stanziati 30 milioni di euro per realizzare due nuovi spezzoni della grande ciclovia turistica che traccerà una linea diretta tra Torino e Venezia.

(Foto tratta dal sito ufficiale cicloviavento.it)

La Regione Lombardia ha approvato uno stanziamento di 30 milioni di euro per proseguire la realizzazione della ciclovia Vento. Sono stati finanziati due ulteriori lunghi tratti della Ciclovia turistica nazionale che punta a collegare Torino e Venezia con un percorso interamente ciclabile di oltre 700 km lungo il fiume Po.

La ciclovia percorre la linea del fiume Po (Foto da cicloviavento.it)

Entrando nei dettagli, lo stanziamento è di 20.088.112 di euro per la tratta L3 da Pavia a San Rocco al Porto (Lodi) che attraversa 16 comuni per un totale di 75 chilometri. Mentre 9.765.354 euro sono stati stanziati per la tratta L5 da Stagno Lombardo (Cremona) a Viadana (Mantova) che attraversa 9 Comuni per un totale di 51 chilometri. Gli stanziamenti sono stati stabiliti con una delibera approvata nei giorni scorsi dalla Giunta regionale. Il provvedimento conferma lo schema di accordo tra Regione Lombardia e Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) per la progettazione definitiva e per l'esecuzione dei lavori riguardanti le due tratte in questione che attraversano territori all'interno delle province di Pavia, Lodi, Cremona e Mantova. I 30 milioni di euro sono ricavati da fondi statali e fondi regionali.

Da Torino a Venezia lungo il Po, con una deviazione su Milano (Mappa tratta dal sito ufficiale cicloviavento.it)

"La Ciclovia Vento è un'infrastruttura sostenibile di notevole rilevanza per la nostra terra. - ha detto l'assessore alle Infrastrutture e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi, promotrice della delibera - E per questo come Regione Lombardia siamo fortemente impegnati per la realizzazione delle diverse tratte. Un importante impegno economico, attraverso gli stanziamenti di risorse regionali, ma anche tecnico e politico. La Ciclovia Vento - continua l'assessore regionale - rappresenta un'opportunità strategica per i territori attraversati, che potranno beneficiare dell'indotto legato al cicloturismo".

Le origini del progetto

(Foto tratta dal sito ufficiale cicloviavento.it)

Il progetto VENTO ha le sue origini nel 2010, grazie al lavoro di un gruppo di ricerca multidisciplinare del Politecnico di Milano, composto da architetti, ingegneri e urbanisti. Il punto di partenza era fornire una proposta che aiutasse lo sviluppo delle aree marginali: ridare attenzione ai piccoli comuni lontani dai grandi centri, far ritrovare un'identità e magari invertirne lo spopolamento. L'ispirazione è arrivata guardando a Nord, in paesi dove la cultura della bicicletta è più radicata e diffusa da anni, come Austria, Germania, Olanda e Francia, dove già sono presenti grandi ciclabili lungo i fiumi. Queste infrastrutture si sono rivelate un volano per stimolare l'occupazione e far ritornare a vivere luoghi colpiti dai processi di deindustrializzazione e dall'emigrazione. Con queste basi, il progetto VENTO ha portato il tema dell'infrastrutturazione cicloturistica di lunga distanza sul tavolo dell'amministrazione pubblica, invitando a una pianificazione interregionale di ampio respiro. Dal 2016 VENTO è parte del Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche, sistema che il progetto VENTO stesso ha contribuito a creare. Entro questa cornice e grazie alle risorse stanziate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ad aprile 2020 è stato dato avvio alla progettazione definitiva ed esecutiva dei primi quattro lotti funzionali della ciclovia, uno in ciascuna delle quattro regioni attraversate dal progetto. Attualmente, oltre allo stanziamento appena approvato dalla Giunta, è in corso la progettazione esecutiva per la tratta di 57 chilometri tra San Rocco al Porto e Stagno Lombardo (in provincia di Cremona), per la quale si prevede di avviare i lavori entro il 2022.

Una ciclovia per tutti

Allo stato attuale la ciclovia non esiste ancora nella sua interezza come struttura, anche se esiste già come percorso. Chi vuole percorrerla, può infatti farlo, anche se non c'è ancora un'infrastruttura continua e sicura adatta a tutti e in grado di ospitare i grandi numeri delle ciclabili modello d'Oltralpe. Proprio i grandi numeri di utilizzo sono quelli necessari a generare l'indotto economico che è poi uno degli obiettivi. Al momento ci sono tratti di strade sterrate, piste ciclabili già esistenti ma non segnalati, tratti in terra piena di buche o erba alta, e punti in cui bisogna prendere la bici e sollevarla per superare ostacoli o sbarre. Mancano ancora gli hub logistici di appoggio, come ad esempio quello che si sta realizzando a Maccastorna, piccolo comune della Bassa lodigiana, dove uno stabile in disuso diventerà ostello con ciclofficina. Insomma, ad oggi è un tracciato percorribile da chi già mastica cicloturismo ma non comodamente da tutti, come si spera che possa diventare una volta ultimata.

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