A stretto Giro - Tappa 6: rivelazione

Inutile girarci attorno. Approdato nel WorldTour quest’anno con la Movistar, Pelayo Sánchez sul traguardo di Rapolano Terme ha ottenuto il risultato che senza ombra di dubbio lo mette “sulla mappa” (180 km in 4h01'08", media di 44.788 km/h) e che, da oggi, porterà il gruppo (ma anche gli addetti ai lavori) ad avere definitivamente un’altra considerazione di lui. L’exploit di ieri, dunque, può essere considerato il risultato della rivelazione al grande pubblico da parte del classe 2000 anche se, a ben vedere, forse sarebbe più opportuno parlare di semi-rivelazione. L’asturiano infatti (e i più attenti non avranno difficoltà a ricordarselo) aveva già esultato a inizio anno con la sua nuova squadra al Trofeo Pollença - Port d'Andratx, corsa dove non solo aveva già dimostrato di saper vincere allo sprint, ma aveva anche denotato una buona capacità di lettura dei finali di corsa e delle volate a ranghi ristrettì in particolare. Come ieri, anche a gennaio Pelayo era riuscito a porre la sua ruota davanti a tutti prendendo all’esterno, di potenza, l’ultima curva verso destra e lanciando il suo spunto al momento giusto dalla miglior posizione possibile.

Tale destrezza interpretativa è parsa lampante pure ieri quando, nelle ultime decine di metri, in maniera alquanto astuta si è defilato guadagnando la coda del terzetto che si è andato a giocare la frazione, una mossa questa da corridore navigato (cosa che lui in realtà non sarebbe) che gli ha permesso di correre sulla ruota di Julian Alaphilippe e saltarlo quando più contava, ovvero negli ultimi 50 metri. Oltre a ciò, hanno colpito di Pelayo anche l’abilità nel gestire lo sforzo in una tappa tirata come quella di 24 ore fa, la tenuta mentale e fisica negli ultimi chilometri, la perseveranza nel mulinare rapporti piuttosto lunghi, l’assenza di timori reverenziali e la grinta riversata sulla strada, tutte doti proprie di un corridore di razza la cui affermazione in terra senese in conclusione non è del tutto corretto definire come quella della completa rivelazione. E non si possono definire sconosciuti neppure gli sterrati e le strade percorsi ieri dal gruppo che già avevano dischiuso al mondo intero la loro magnificenza e, allo stesso tempo, anche la loro insidiosità. Anche questa volta, paesaggi fiabeschi, sinuose colline dipinte di un verde magnetico e graziosi borghi custodi di un nobile passato sono stati animati da attimi di concitazione, nervosismo e appannamento in corsa laddove purtroppo alcuni non hanno potuto evitare di saggiare la durezza dell’asfalto. Fra costoro vi è stato anche Damiano Caruso (tutto il contrario di una rivelazione dato che da 16 stagioni ormai milita tra i grandi del pedale), ennesimo esponente di una Bahrain-Victorious che tra malasorte, cadute e infortuni sta vivendo una Corsa Rosa sempre più ad handicap. L’augurio per loro in questo Giro è un po’ quello che si può fare a Pelayo Sánchez per il prosieguo della propria carriera: crescere e migliorare giorno dopo giorno.

• Maglia Rosa, leader della Classifica Generale - Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
• Maglia Ciclamino, leader della Classifica a Punti - Jonathan Milan (Lidl-Trek)
• Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna - Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
• Maglia Bianca, leader della Classifica Giovani, nati dopo il 01/01/1999 - Cian Uijtdebroeks (Team Visma | Lease a Bike)

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