di DaBike
14 May 2024

Giro d'Italia: cosa è successo nella prima settimana

Mentre i corridori ieri sono stati alle prese con la prima meritata giornata di riposo, noi cerchiamo di fare il punto della situazione su cosa abbiamo vissuto in queste prime 9 tappe disputate sulle 21 previste

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Il Giro fa tappa a Pompei.

Inutile soffermarci troppo su Tadej Pogačar. Le grandi aspettative riposte sullo sloveno non si stanno rivelando sbagliate. Il talento è fuori discussione a cui si aggiungono la straordinaria condizione che è al massimo livello fin dalle Strade Bianche, la sua corsa d’esordio, per di più conclusasi con una vittoria, la motivazione a mettere in cassaforte il primo fra i due Grandi Giri necessari a puntare all’impresa annunciata: Giro d’Italia e Tour de France. Il preambolo fa ben sperare tanto che è in testa alla classifica generale già dal secondo giorno; solo un piccolo errore di gestione dello sprint finale nella tappa di apertura, la Venaria Reale-Torino, lo ha fermato dal “Total Pink”. Un concetto che ha rischiato di portarlo alla squalifica, dato che alla terza giornata si è schierato con la Maglia Rosa di rito abbinata però ad un paio di pantaloncini granata per omaggiare le vittime della strage di Superga. L’UCI ha fatto ricorso per il gesto non consono ad un riconoscimento di così grande valore per il mondo del ciclismo e, per non rischiare Pogačar, il giorno seguente, si è presentato alla partenza con il consueto completo rosa. Per il resto lo abbiamo visto dominare in salita, alla cronometro e addirittura cimentarsi nel ruolo di ultimo uomo del suo compagno velocista Sebastian Molano. Al momento pare non aver rivali capaci di impensierire la sua strada verso la conquista del Trofeo senza Fine, se non una piccola allergia primaverile che rende difficoltosa la respirazione.

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Tadej alla partenza della terza tappa del Giro.

Se escludessimo ipoteticamente dalla Corsa Rosa Pogačar e le sue performance aliene, vediamo un confronto ben più equilibrato. Iniziando dal più accreditato contendente Geraint Thomas, capitano del team Ineos-Grenadiers che della sua esperienza in gruppo sta facendo gioco forza. Non attacca mai apertamente, ma sostenuto a dovere dalla propria squadra è sempre lì, nelle prime posizioni, quando serve. Ora la classifica lo vede posizionarsi in terza posizione a 2’58” da Pogacar. Un plauso più in generale a tutta la formazione inglese, che dopo un paio di stagioni decisamente sotto tono rispetto allo strapotere a cui ci aveva abituati in passato, sembra aver ritrovato la giusta verve. La rinascita è confermata dalla prima Maglia Rosa del Giro 107 indossata dall’ecuadoriano Jhonatan Narvaez oltre che dalla presenza in top 10 di altri due ciclisti: Thymen Arensman e Daniel Felipe Martinez. Quest'ultimo in realtà è un ex del team inglese: ha infatti salutato la formazione per legarsi ad una Bora-Hansgrohe in via di grandi cambiamenti. Il manager Ralph Denk ha promosso una campagna acquisti invernale molto interessante e focalizzata sulle prime posizioni nelle classifiche generali dei Grandi Giri. A Martinez si affiancano infatti Primož Roglič a cui è seguita la conferma di Jay Hindley. Al pacchetto si aggiunge la sponsorizzazione Red Bull, per ora solo formale ma che farà il suo ingresso ufficiale a sostegno della formazione tedesca, al Tour de France. Resta ancora un alone di mistero intorno al contributo che la bevanda energetica porterà al mondo del ciclismo. Tornando al presente, Martinez è attualmente secondo in classifica con 2’40” di distacco dalla Maglia Rosa, ma 18” davanti all’ex compagno Thomas.

Se da un lato la Bora-Hansgrohe ha fatto nuovi interessanti acquisti, dall’altro ha suscitato parecchio scalpore con la trattativa del giovane Cian Uijtdebroeks. Il belga per il suo potenziale non valorizzato a dovere, ha attirato l’interesse della Visma | Lease a Bike e finora l’acquisto si sta dimostrando proficuo. Quinto in classifica a 4’01” e detentore della Maglia Bianca, lo speciale riconoscimento che premia il miglior ciclista under 26 presente in gruppo.

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Tappa 8: Tadej Pogačar ha la meglio su Daniel Felipe Martinez e su Ben O'Connor.

Appena alle sue spalle troviamo una speranza nostrana: Antonio Tiberi. Il corridore della Bahrain Victorious nelle azioni decisive è sempre presente, manca l’esperienza ma è il fatto di essere comunque rispettivamente sesto nella generale (4’23”) e secondo nella classifica della Maglia Bianca (20”) ne sottolineano il livello. È nato nella città di Subiaco, ma non è italiano Ben O’Connor: l'omonimia con la località laziale non deve ingannare, la patria del ciclista del team Decathlon AG2R La Mondiale è nell'area metropolitana di Perth, in Australia. Sarà la voglia di mostrare la nuova divisa della formazione francese, ma SuperBOC, com'è soprannominato il ciclista 28enne, la sta mettendo sicuramente sotto i riflettori. Ad Oropa specialmente, quando ha voluto seguire gli attacchi di Pogačar, ma come da lui dichiarato “Quando ti avvicini troppo al sole, rischi di bruciarti. Ho dimostrato coraggio rispondendo a Pogačar, ma anche grande stupidità. Pensavo di poterlo seguire, ma ho scommesso un po’ troppo e ho fatto un grosso errore. […] Sono semplicemente esploso.” Ora in quarta posizione con un distacco di 3’39” è forse l’avversario che si sta esponendo di più.

A sorprendere in negativo sono invece le prestazioni di Romain Bardet (DSM-Firmenich PostNL), Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step) e Nairo Quintana (Movistar). Se non per qualche azione, sembrano essere solo una copia sbiadita delle loro passate stagioni. Ancor più se si pensa che Quintana il Giro lo vinse addirittura nel 2014, Alaphilippe ha indossato la Maglia Gialla per diversi giorni al Tour 2021 e per ben 2 volte è stato Campione del Mondo, mentre Bardet è salito sul podio allestito presso i Campi Elisi in due edizioni.

Per alzare bandiera bianca è ancora troppo presto sia chiaro, l’imprevisto è sempre dietro ogni curva. Non sono da escludere stravolgimenti di classifica, e a causarli ci possono essere cadute, incidenti meccanici o le più temute “giornate no”, giornate in cui improvvisamente le forze vengono a mancare e nulla riesce ad impedire lo sfumare del vantaggio acquisito.

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Il nostro Antonio Tiberi.

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