A stretto Giro -Tappa 21: vuoto

Sì, Tadej Pogačar se l'è mangiato il Giro. Arrivo spettacolare nella Città Eterna con un circuito ripetuto otto volte e consacrazione dell' "imperatore". Benché la sua vittoria fosse annunciata ci ha intrattenuto tappa dopo tappa mostrando le sue doti di grande regista oltre che di performer. Lo sloveno succede al suo connazionale Roglic, mentre il belga Tim Merlier ha preceduto Milan nel gran finale sulle strade della Capitale

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Il Giro è finito e come ogni anno va in letargo per fare il pieno di energie e farsi ancor più desiderare in vista della prossima edizione. Le vite di tutti, corridori, staff delle squadre, tifosi e addetti ai lavori, riacquisiscono una normalità e una regolarità salutate lo scorso 3 maggio e lasciano alle spalle giorni di frenesia, viaggi, pasti ad orari poco consoni, corse e ritmi diversi da quelli abitudinari. Abbassando il sipario, dunque, sulla sua vorticosa festa di tre settimane, la Corsa Rosa consente a tutti di ritrovare routine e quotidianità lasciando però, nel cuore e nell’animo di chi l’ha seguito, un vuoto non indifferente. Parliamo di un vuoto emozionale, certo, ma anche del vuoto creato in noi dai mirabili scatti e successi di Tadej Pogačar (6, come Binda nel 1928 e 1933 e Merckx nel 1973), di quello scavato dallo sloveno dietro di sé in classifica (9’56” al 2º, un divario che non si vedeva dal 1964), di quello prodotto da Jonathan Milan (3 vittorie come Merlier e la conferma di essere attualmente uno dei primi tre velocisti al mondo) quando ha aperto il gas, di quello provocato dall’addio al Giro di Domenico Pozzovivo (eguagliato con 18 partecipazioni il primatista Wladimiro Panizza). Ma anche il vuoto generato dall’arrembante atteggiamento dei Decathlon AG2R La Mondiale (la seconda squadra più “calda” e vincente finora in stagione dopo l’UAE), dall’immancabile presenza in avanscoperta dei Polti-Kometa (1ª con Pietrobon nella classifica dei traguardi volanti e delle fughe) e dall’animosità dei VF Group-Bardiani CSF-Faizanè (vincitori della classifica Intergiro con Fiorelli) capitanati dall’indomito volto del promettente Pellizzari. Mancherà tutto questo, oggi e nelle prossime ore, mancheranno le polemiche post-tappa, i dissidi in corsa, l’esplorazione delle bellezze italiane muovendosi al seguito della corsa e la sensazione di essere in una bolla straniante fatta solo di ruote, pedali che girano, fatica, sogni, calorie bruciate e watt erogati. Mancherà un po’ di meno la pioggia che nelle ultime tappe ha preso di mira i girini e alcune scelte logistiche rivedibili (bello l’arrivo a Roma ma non esattamente comodo ed economico) ma sono dettagli che passano in secondo piano rispetto allo spettacolo abbacinante a cui abbiamo assistito nelle ultime tre settimane anche grazie al fenomeno di Komenda, fautore di lampi atletici e agonistici di inavvicinabile qualità e professionale anche nell'elargizione di sorrisi, “cinque” al pubblico, “grazie” ai compagni, borracce, cappellini e occhiali regalati a destra e a manca. La sua impronta e la sua presenza in questo Giro sono stati tangibili fin da subito e il modo in cui ha lasciato il proprio marchio giorno dopo giorno rimarrà impresso nella nostra memoria per sempre.

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Le maglie della giornata

  • Maglia Rosa, leader della Classifica Generale - Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
  • Maglia Ciclamino, leader della Classifica a Punti - Jonathan Milan (Lidl-Trek)
  • Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna - Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
  • Maglia Bianca, leader della Classifica Giovani, nati dopo il 01/01/1999 - Antonio Tiberi (Bahrain Victorious)

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